Primo step bonsai su un pino silvestre
Pino Silvestre di provenienza francese
Raccolto durante la primavera del 2009. Le particolari condizioni in cui vivono questi Silvestri in natura li rendono unici e molto particolari con caratteristiche molto diverse dai loro fratelli Italiani.
Qui di seguito voglio presentarvi il mio iter di lavoro e coltivazione per arrivare al primo step sulle conifere Yamadori. In generale preferisco alberi compatti e dalle caratteristiche maschili e quindi tendo a creare piante di questo tipo quando il tronco mi dà la possibilità.
Lavorare nella coltivazione e tempistiche degli interventi a favore di questo per poter evitare antiestetici giri di rami di ricompattamento.
Lavorare nella coltivazione e tempistiche degli interventi a favore di questo per poter evitare antiestetici giri di rami di ricompattamento.
La preparazione
Ci sono voluti tre anni di preparazione prima di poter arrivare al primo step di questo pino silvestre.
Nei primi due anni di coltivazione la pianta è stata preparata attraverso potature e concimazioni con lo scopo di fare indietreggiare la chioma e preparare la pianta al primo rinvaso in vaso bonsai da coltivazione.
Per fare indietreggiare la chioma e stimolare le gemme dormienti accorcio la vegetazione quando le nuove cacciate dell'anno maturano, mantenendo però sempre della vegetazione lungo il ramo scelto. In questo modo quando a sua volta si svilupperanno le nuove gemme nell'anno successivo taglio i rami mantenuti l'anno prima come tira linfa e cosi via fino ad ottenere i rami di dimensioni e vegetazione adeguata per il primo step. Inoltre in contemporanea seleziono i rami che hanno tre biforcazioni eliminando quella centrale.
In agosto procedo sempre a togliere gli aghi vecchi mantenendo quelli dell'anno e a seconda del vigore anche quelli dell'anno precedente e avendo concimato abbondantemente per tutta la primavera con Agroprodigy abbinato a dei buoni fogliari si svilupperanno numerose gemme dormienti in Settembre. A seconda dell'esemplare scelto da lavorare e alla lunghezza dei rami saranno necessari tempi e modalita di azione diverse ma il risultato della preparazione aiutera molto nella fase del primo step di lavorazione.
Per fare indietreggiare la chioma e stimolare le gemme dormienti accorcio la vegetazione quando le nuove cacciate dell'anno maturano, mantenendo però sempre della vegetazione lungo il ramo scelto. In questo modo quando a sua volta si svilupperanno le nuove gemme nell'anno successivo taglio i rami mantenuti l'anno prima come tira linfa e cosi via fino ad ottenere i rami di dimensioni e vegetazione adeguata per il primo step. Inoltre in contemporanea seleziono i rami che hanno tre biforcazioni eliminando quella centrale.
In agosto procedo sempre a togliere gli aghi vecchi mantenendo quelli dell'anno e a seconda del vigore anche quelli dell'anno precedente e avendo concimato abbondantemente per tutta la primavera con Agroprodigy abbinato a dei buoni fogliari si svilupperanno numerose gemme dormienti in Settembre. A seconda dell'esemplare scelto da lavorare e alla lunghezza dei rami saranno necessari tempi e modalita di azione diverse ma il risultato della preparazione aiutera molto nella fase del primo step di lavorazione.
Nella primavera del 2011 dopo aver verificato la vigoria dell' esemplare procedo con il primo rinvaso del Pino Silvestre in un vaso bonsai da coltivazione.
Questo Pino Silvestre è stato rinvasato in un composto di Perlite 30%, Pomice 50% e Akadama 20% eliminando quanta più possibile terra originaria del posto (Creta) senza lavare le radici.
L'apparato radicale formato grazie alla Perlite durante i primi due anni è stato avvolto all'interno del vaso bonsai non tagliando nulla. Dato che si tratta di un primo rinvaso e il pane radicale non è ancora formato e maturo ho preferito aggiungere Perlite nelle zone adiacenti alle radici per stimolare l'attivita radicale. A seguito del primo rinvaso la pianta vegetò in modo vigoroso e in maniere uniforme, segno che avevo fatto un buon lavoro.
A seconda dell'apparato radicale che mi trovo a lavorare uso compost diversi per i Silvestri: o solo pomice o Pomice e Akadama o con l'aggiunta di perlite. Se devo invece usare vasi piccoli solo Akadama. Dipende sempre dalla pianta e dalla sua zona d'origine. Non ho una regola fissa ma seguo una linea generale con una serie di indicazioni a seconda dell'albero che devo preparare.
L'apparato radicale formato grazie alla Perlite durante i primi due anni è stato avvolto all'interno del vaso bonsai non tagliando nulla. Dato che si tratta di un primo rinvaso e il pane radicale non è ancora formato e maturo ho preferito aggiungere Perlite nelle zone adiacenti alle radici per stimolare l'attivita radicale. A seguito del primo rinvaso la pianta vegetò in modo vigoroso e in maniere uniforme, segno che avevo fatto un buon lavoro.
A seconda dell'apparato radicale che mi trovo a lavorare uso compost diversi per i Silvestri: o solo pomice o Pomice e Akadama o con l'aggiunta di perlite. Se devo invece usare vasi piccoli solo Akadama. Dipende sempre dalla pianta e dalla sua zona d'origine. Non ho una regola fissa ma seguo una linea generale con una serie di indicazioni a seconda dell'albero che devo preparare.
Il primo step
Preferisco lavorare i pini in autunno riponendo poi la pianta in serra fredda in inverno al riparo dalle gelate e dal vento freddo.
Il primo step del Pino Silvestre ha interessato la realizzazione di alcune pieghe per sistemare la vegetazione e predisporre i palchi per gli sviluppi futuri. Usando rafia e agglomerante si prevengono eventuali rotture dei rami da piegare e si riesce a posizionare la chioma nei punti voluti fin da subito aiutandosi con dei tiranti posizionati nei punti di piega. Quando realizzo il primo step non cerco la completa rifinitura perchè preferisco sempre non lavorare troppo nel dettaglio andando a mantenere qualche ago in piu per mantenere alto il vigore della pianta in questione. Questo silvestre e un Dai‐Bonsai, misura circa 80 di lunghezza dal nebari al primo ramo. Presenta delle caratteristiche che in foto non si vedono come il movimento non in asse (anche verso il retro e verso il fronte). Per me il punto focale di questa pianta é il tronco particolare e l'ho voluto incorniciare andando a chiudere la linea del tronco con la chioma nascondendo dove è l'apice un rigonfiamento del tronco dovuto ad uno shari. Il primo ramo compatto come il suo ramo subito sul retro aiutano l'occhio a chiudere questo vortice del tronco compattando ancora di piu la linea del Silvestre. Se avessi allungato il primo ramo l'occhio dell'osservatore scapperebbe fuori andando ad annullare l'effetto del tronco. Inoltre creerebbe una chioma troppo sproporzionata al tronco. Saranno necessari alcuni anni di lavoro prima di poter pensare ad una possibile esposizione, sicuramente la chioma subirà qualche variazione in base alla maturità e il vaso verrà cambiato ma il bello del bonsai è proprio quello.
Con queste poche righe ho voluto presentarvi il mio pensiero e iter di lavoro.
Nei pochi anni che mi dedico al Bonsai ho imparato che la preparazione e la coltivazione sono fondamentali per permettere di realizzare un buon lavoro sui nostri esemplari. La fretta non è mai una buona amica... alla prossima!
Nei pochi anni che mi dedico al Bonsai ho imparato che la preparazione e la coltivazione sono fondamentali per permettere di realizzare un buon lavoro sui nostri esemplari. La fretta non è mai una buona amica... alla prossima!