Cambio di Vento

Il Ginepro Fenicio rappresenta attualmente in Italia una delle più importanti cupressacee a squama di interesse bonsaistico

presente in maniera naturale sul territorio nazionale e in tutto il bacino del Mediterraneo, tanto da diventare in pochi anni, da essenza quasi totalmente sconosciuta ai più, una della più richieste ed apprezzate sul mercato.

Tra i primi in assoluto a raccogliere dei materiali per avviarli alla via del bonsai, non possiamo non citare i vari appassionati della Campania; in questa regione esistono, infatti, grandi popolazioni spontanee sulle coste e nell'entroterra più prossimo al mare. Il ginepro che vi vado a presentare è uno di questi pionieri, raccolto nel 1996 nell'entroterra cilentano dal sig. Domenico Santoriello, amico e socio dell'Arbores Bonsai Club da sempre.

L'amico Domenico mi consegnò questo fenicio presso il mio giardino‐laboratorio nel febbraio 2005, dopo che gli espressi il mio parere sull'impostazione da lui data a quest'albero tempo prima. In quell'occasione gli confermai il fatto che l'albero era da ridisegnare in quanto in una prima impostazione egli scelse un fronte che, se pur accattivante per movimento e composizione d'insieme, non permetteva la visione della vena viva che correva magnificamente sul tronco, all'epoca sul retro, completamente nascosta alla vista.
Ricordo che erano i primi anni in cui mi avviavo a fare del bonsai la mia professione e questo fu uno dei primi lavori su commissione che presi; ricordo che allora ero combattuto tra l'emozione e la responsabilità di mettere mano ad una pianta di un ottimo livello, e il cercare di accontentare al meglio il committente senza intervenire in maniera pesante da mettere a repentaglio la vita della pianta stessa.
Domenico, acconsentendo al mio progetto, mi lasciò mano libera nella reinterpretazione di questo bonsai e così non ebbi che da mettermi al lavoro in quel febbraio stesso.

Febbraio 2005, il fronte dell'albero nella precedente impostazione del proprietario

Il nuovo fronte da me considerato

Particolare della legna secca

La prima operazione fu quella di scegliere un nuovo fronte, scelta che cadde sull'angolo sinistro dell'allora retro. Nello scegliere questo fronte, immediatamente mi resi conto che una tale chioma ora non aveva senso, per di più copriva una buona parte della bellissima legna secca presente. E fu in quel momento che decisi che per quest'albero bisognava "cambiare vento"!

L'idea iniziale era quella di schiantare il ramo‐tronco in basso a sinistra in modo da creare una chioma discendente sotto il secco, più dinamica e accattivante, pertanto fessurando, svuotando e coprendo con rafia la porzione di tronco da piegare.
La piega e tutto il lavoro preparatorio non presentarono grosse difficoltà e tutto andò bene.

Dopo aver deciso di piegare il ramo‐tronco si iniziano le operazioni di scavo della porzione secca interna alla curva del ramo da piegare

Scavando scavando... si elimina la parte secca lasciando intatta la parte viva

Dopo l’applicazione della rafia

Purtroppo, come non tutte le ciambelle riescono col buco, anche in questo caso la piega fallì a causa di una forte gelata avuta in quel febbraio 2005, il ramo‐tronco seccò!
Sono sincero, la presi male! Fortunatamente lasciai un altro ramo prima della curva, dal quale sarei potuto ripartire per ricostruire la chioma, ma in ogni caso con tempi più lunghi per la formazione. Mi dovetti ricredere! In poco tempo e nello stesso anno la pianta reagì violentemente regalando una vegetazione abbondante e vigorosa, infatti nel settembre 2005 direzionai già la vegetazione in laboratorio, facendo seguire nella primavera del 2006 una prima impostazione e sistemazione del secco in demo alla mostra delle Giareda a Reggio Emilia.
L'anno seguente, nel 2007, fu cambiato anche il vaso, con un contenitore dalle linee più eleganti e morbide. Nel 2008 questo ginepro ha poi partecipato a diverse manifestazioni nazionali, Crespi cup, UBI 2008, trofeo Arbores, Valle d'Itria Bonsai ed altre, riscuotendo sempre grandi apprezzamenti. L'ultima apparizione pubblica di questa pianta risale al giugno 2011 durante il trofeo Arbores.

Si applica il filo di rame e si procede alla piega

Qualche giorno dopo la piega, prima della gelata...

Una visione d’insieme

Questa pianta rappresenta un esempio di come nel bonsai da un incidente di percorso si possa ricominciare e ricostruire una storia tutta nuova e magari anche più interessante.

Ecco l’aspetto della pianta a marzo 2006 dopo aver eliminato il ramo‐tronco piegato ormai inesorabilmente seccato

Marzo 2006 la forza del ramo rimasto dopo solo un anno

Una prima veloce impostazione

Una visione d’insieme... davvero una magra consolazione allora!

Settembre 2006 incredibile esplosione, la desolazione si trasforma in gioia, e si ricomincia a progettare

Inizia il lavoro di rifinitura

Tirata a lucido

Particolare del secco e della vena viva

Presentata al congresso UBI di Arco 2008

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