Ode verde: Elogio del muschio

Lanterna, fenice, scoiattolo, sigaro, argento

Questi alcuni dei curiosi epiteti, sempre meravigliosamente evocativi, utilizzati in Giappone per descrivere i molteplici tipi di muschio

Se i botanici occidentali sembrano quasi essersi dimenticati delle pareti e dei soffici tappeti di velluto verde-bruno, relegandoli ai margini della botanica, i nipponici sono invece da sempre piuttosto attenti nei loro confronti, come spiega bene Véronique Brindeau nel suo Elogio del muschio (trad. di Lorenzo Casadei, pp. 108, illustrato con foto a colori, € 18,00).

Docente di storia della musica giapponese e attenta osservatrice, l'autrice sa cogliere le sinfonie che nascono dall'incontro fra l'uomo e la natura: e questo volume – con lirismo e competenza – ci illustra proprio il millenario rapporto che lega il popolo del Sol Levante a quella che parrebbe la più modesta delle manifestazioni del mondo vegetale.

Pianta, nel nostro immaginario europeo, dell'abbandono, della solitudine, della semplicità che si fa quasi miseria, il muschio è in realtà un costituente importante di molti giardini e paesaggi giapponesi, tanto da conquistarsi con eleganza discreta spazi nelle città, attorno alle case del tè, e persino nelle ville imperiali o in alcuni versi simbolo dell'arcipelago («Possa il Vostro regno/ durare mille e mille generazioni/ fino a quando le pietre/ diverran rocce/ tutte coperte di muschio»).

Grazie a una prosa ricca di suggestioni e riferimenti che spaziano dall'occidente all'oriente, Véronique Brindeau ci porta così alla scoperta di un universo affascinante, avvalendosi anche delle numerose, delicate fotografie riprodotte in un volume tanto aggraziato nei contenuti quanto nella forma. Un piccolo scrigno di bellezze dalle tinte cangianti, profumato d'ombra, nel quale il lettore può smarrirsi con fiducia e piacere tra reminiscenze letterarie, note d'estetica e aneddoti storici.
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