Alla scoperta dei sentieri che conducono in Giappone

Sempre più spesso, negli scaffali delle librerie ― soprattutto quelle di una certa grandezza ― è possibile trovare guide e volumi di introduzione al Giappone

Se da un lato essi forniscono una vasta panoramica sull’argomento, dall’altro, per la stessa ragione, rischiano di apparire superficiali, in particolare riguardo gli aspetti non strettamente materiali o pratici: tranne, infatti, qualche breve delucidazione sugli usi e costumi locali, tendono a tralasciare quel che si nasconde al di sotto della realtà presa in esame

Mi pare che, invece, riesca piuttosto bene in questo intento un piccolo libro, purtroppo poco conosciuto: "Introduzione alla cultura giapponese", dal significativo sottotitolo Saggio di antropologia reciproca. Non fatevi ingannare dalla mole esigua: le sue 117 pagine sono dense e presuppongono un’attenzione vigile. L’autore, Hisayasu Nakagawa, è un grande studioso dell’occidente: ciò, però, non lo spinge mai a descrivere il suo paese con toni nostalgici o, al contrario, distaccati. La sua prosa lucida e razionale disvela le fondamenta della cultura nipponica, comparandola con quella europea e creando così un concerto di filosofie, dottrine e arti, che dà vita a un panorama ricco e variegato. L’operetta è costituita da tredici sintetici saggi, godibili anche singolarmente, ciascuno dedicato a una particolare tematica (il lococentrismo, il tutto nudo e il nudo nascosto, il buddhismo zen, etc.). Di frequente, all’origine della riflessione di Nakagawa, vi è un avvenimento comune o autobiografico: grazie a questo espediente, si ha sempre l’impressione di confrontarsi con una realtà viva, mai costretta in angusti schemi intellettuali. I sentieri di Foucault, Herrigel, Bashō e altri uomini di cultura s’intersecano in un fitto reticolo di pensieri ed emozioni: a lettura conclusa, non si può non provare un po’ di malinconia per il delicato universo sul quale cade già l’ombra dell’ultima pagina.
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