La quiete e la serenità

La maggior parte dei giardini giapponesi, che come le case tendono ad essere piccoli, spesso sono racchiusi in una cornice

che fa da recinzioni: i maestri giardinieri durante la realizzazione cercano con dei trucchi prospettici di creare un'atmosfera di calma e di quiete, creando una divisione marcata tra il mondo caotico della città e il mondo del giardino.

 

Il giardino in oriente viene infatti considerato un mondo a parte rispetto a ciò che avviene all'esterno ed è filtrato da un muro oppure da una recinzione costituita o da una siepe o da un intreccio di bambù che, da un lato richiama con i suoi disegni il contenuto della filosofia orientale e dall'altra lascia passare lo sguardo attraverso le maglie.
Il giardino è visto nell’immaginario collettivo come un atollo e i grandi massi sono isole in un mare di ghiaia circondato dalla vegetazione disposta in modo sparpagliato sino a formare una specie di scenografia. La disposizione delle pietre e degli arbusti deve sempre essere collocata in modo asimmetrico, come a ricordare la casualità della natura, ed è proprio questa composizione ricercata dal maestro giardiniere che induce l’osservatore a un visione di pace e serenità.

Nella tradizione nipponica uno dei principali legami tra giardino e casa è la veranda, essa ha la funzione principale di servire da accesso che va dalla casa al giardino e viceversa e, di creare una continuità tra gli spazi interni e quelli esterni, poiché ha una copertura dunque è interno, ma non ha parete e dunque è esterno.

Questo modo di osservare il giardino è tipico nel paese nipponico, pur rimanendo al coperto esiste la possibilità di rilassarsi e di godere delle bellezze naturali. I sentieri, oltre a guidare i movimenti all'interno del giardino, sono intesi a indirizzare i sensi e la mente, essisono infatti utilizzati con effetti significativi: quelli diritti conducono l'occhio lungo il percorso fino alla fine, attirando chi guarda a una camminata immaginaria per raggiungere il culmine del percorso che può essere un'entrata o il bacino di un laghetto, mentre quelli sinuosi lasciano l’osservatore a fantasticare cosa ci sarà oltre.

Un'altra attrattiva che porta l’osservatore alla ricerca della quiete è il giardino zen, che, all'interno del suo spazio sviluppa un richiamo filosofico di ciò che avviene all'esterno, come già detto precedentemente, le rocce rappresentano isole circondate dalle onde del mare, reso verosimile dalla ghiaia rastrellata in modo da formare un sottile disegno di onde marine che si infrangono contro gli scogli. L'uso della ghiaia per simboleggiare l'acqua è propria dell'estetica Zen che, distilla gli elementi fino a minimizzarli alla loro essenza, incoraggiando in questo modo chi osserva a liberarsi dai limiti della realtà e dell'apparenza fisica per guidare la mente verso uno stato concettuale dove la meditazione e la contemplazione fluiscano indisturbate, rilasciando nell’animo una quiete profonda.

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