Storia di un Juniperus sabina

Correva l'anno 2000, in quegli anni era ancora una mia abitudine andare nei vivai a cercare materiale per fare bonsai e per fare esperienza.

I raccoglitori di piante in quel periodo non esistevano ancora. Mi chiamò un vivaista di Pistoia, dal quale anni prima avevamo comprato ginepri old gold per fare esperienza pratica, per dirmi che avevano dei "vecchi" sabina non più commerciabili che avevano intenzione di rimuovere per fare spazio a materiali più redditizi.

Fu così che andammo e mettemmo i nastrini rossi per segnare le piante che ci piacevano di più (il difficile fu guardare sotto le grandi chiome striscianti per farsi un'idea dei pregi e difetti dei materiali che non subivano una potatura da almeno vent'anni!).
Ci dissero di ritornare per dargli il tempo di preparare le piante , ma purtroppo si verificò un inconveniente: le nostre piante, per un disguido, vennero potate e alcune di esse addirittura vendute, per cui dovemmo prendere le migliori tra quelle restanti.
Le foto seguenti vi mostreranno la storia del percorso bonsaistico di uno di quei Juniperus sabina.

Il superstite - Il Juniperus sabina risparmiato dalla vendita
Gli inizi - Questa foto è opera di un amico che mi venne a trovare verso la fine di Aprile 2001, aveva una delle prime macchine fotografiche digitali e per mostrarmela scattò queste foto della pianta prima di essere lavorata.
Prima impostazione - Qui vediamo la pianta nel corso della prima impostazione. Quando si lavora materiale da vivaio ci troviamo di fronte a delle situazioni di rami diritti senza conicità e in mancanza di legna secca naturale, per cui dobbiamo cercare di far si che certi interventi, dopo alcuni anni, permettano di ricreare un aspetto naturale della pianta.
2005 - Un salto di tre anni, la vegetazione si è infoltita, il ginepro è stato posto in un vaso bonsai dopo aver accuratamente pulito le radici dalla terra di vivaio, sostituendola con pomice pura.
2006 - Particolare della chioma con vista dal basso.
2006 - Preparazione per la mostra del Coordinamento Club Toscani. Cambio di vaso e di terriccio. Il vaso è un Tokoname cinque centrimetri più piccolo del precedente, e con l'utilizzo della terra rossa siciliana (un particolare tipo di substrato), la maturazione della vegetazione ha fatto si che le tre vene vive potessero gonfiarsi come sperato, per cui si è reso necessario un lavoro di pulitura della legna secca con successiva applicazione di liquido Jin, evidenziando così le tre vene vive.
Agosto 2009 - In questi anni il juniperus è stato lasciato in riposo. La sola operazione eseguita nel periodo è stata la pinzatura, operazione che ha portato a un aumento della ramificazione fine con conseguente aumento di densità.
Agosto 2009 - La legna secca è invecchiata ed ha assunto naturalezza screpolandosi e spaccandosi, senza usare la tecnica del fuoco. Il vaso è stato sostituito nella primavera 2008, con un vaso più piccolo di cinque centimetri rispetto al precedente.
Secco - Da parte mia desideravo poter rifinire finemente la pianta, ma i molteplici impegni facevano si che tale lavoro venisse rimandato .
Secco - Altra vista
Dicembre 2009 - La pianta ha cambiato proprietario ed il lavoro di rifinitura è stato compiuto a quattro mani. Il mio lavoro è stato quello di posizionare la vegetazione impalcandola minuziosamente.
Dicembre 2009 - Il nuovo proprietario ha invece provveduto alla pulizia accurata della legna secca, operazione svolta in maniera esemplare usando semplicemente uno spazzolino da denti e acqua.
Dicembre 2009 - Su mio consiglio il liquido jin è stato applicato diluito, in modo che la legna prendesse la colorazione "grigio cenere" in modo più graduale e naturale.
Dicembre 2009 - Dai particolari delle foto, si può vedere chiaramente come la fessurazione e le spaccature abbiano assunto un aspetto naturale ed armonico, frutto di anni di annaffiature e esposizione al sole.
Dicembre 2009 - Nel tempo la mano dell'uomo è praticamente scomparsa e la natura ha ripreso il suo corso. Le vene si sono tubolarizzate e sono state pulite accuratamente, evidenziandone il colore rosso.
La pianta è pronta ad affrontare la prossima stagione delle mostre dopo aver acquisito maggiore densità vegetativa.
Sergio Biagi
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