Ikebana International

Ikebana International è un’associazione culturale no profit

dedicata alla diffusione e alla promozione dell’arte giapponese dell’ikebana.
Nasce su idea di Ellen Gordon Allen nel 1956, il cui scopo era di creare un’associazione a livello mondiale che unisse le persone che amano questa arte.

Attualmente dell’Associazione fanno parte più di 60 paesi e oltre 7,800 iscritti. Ikebana International non è una scuola di ikebana, e non è detto che per essere iscritti si debba fare ikebana, si può anche essere solamente interessati come ad altre arti giapponesi (la rivista che Ikebana International edita ha sempre di fondo articoli sulla cultura e i luoghi giapponesi).

Chi studia ikebana sicuramente qui vi troverà fonte di interesse dato che si vede non solo come operano le diverse scuole qui rappresentate, ma anche come vengono “trattati” i medesimi materiali con ikebana differenti per stile, forma e utilizzo del materiale vegetale stesso. Ci sono scuole strettamente tradizionali, altre all’avanguardia e altre ancora che si collocano nel mezzo.

Free Style. Scuola Ohara. Courtesy of Silvana Mattei

Le oltre cento scuole di ikebana hanno diversissimi approcci a questa arte anche se alcuni canoni restano piuttosto immutati. L’Ikebana International offre l’opportunità attraverso i suoi collaboratori (tutti volontari) di far sì che le persone interessate abbiano una visione globale di questa arte attraverso la possibilità di partecipare a dimostrazioni, conferenze e workshop tenuti dagli insegnanti delle varie scuole. Presidente onorario è Sua Altezza Imperiale la Principessa Takamado, membro della famiglia imperiale giapponese. Nel 1958 Jenny Banti Pereira (una delle massime artiste in questo campo) aveva fondato a Roma il secondo Chapter al di fuori del Giappone dell’Ikebana International, ma nel corso degli anni questi aveva cessato la sua attività.

Ikebana Sogetsu di Lucio Farinelli (Disassembling and rearranging the materials)

Alcuni anni fa

la direttrice del Chapter di Milano, la signora Keiko Ando, propose al sottoscritto di fondare un Chapter romano data l’alta percentuale di persone che studiano quest’arte nella capitale italiana.
Secondo il regolamento dell’associazione era preferibile che a crearlo fossero almeno due scuole di ikebana per cui mi rivolsi alle rappresentanti della scuola Ohara trovando in Silvana Mattei una valida sostenitrice dell’iniziativa.

Fare ikebana al di là del continuo studio, dell’esercitarsi è voler comunicare qualcosa (come tutte le arti), non fare sfoggio del proprio io per cui la base del Chapter romano è stato fatto nella più totale concordia e passione.

Classic Style. Scuola Ikenobo. Courtesy of Rikka Shofutai

Mankichi lanscape and kakemono. Di Silvana Mattei. Scuola Ohara

Nel Chapter di Roma (recentemente presentato durante una conferenza/dimostrazione al Museo Nazionale d’Arte Orientale 'Giuseppe Tucci' a Roma) sono riunite le tre più grandi scuole di ikebana esistenti: Ikenobo, Ohara e Sogetsu.
L’Ikenobo è la prima scuola in assoluto di ikebana (ha più di 550 anni di vita). Nasce come evoluzione della pratica buddista di offerta floreale sugli altari. Il suo Fondatore il monaco Senkei narra nel Diario Hekizannichiroku che nel 1462 egli stesso pose alcune decine di rami e fiori in un vaso d’oro.
L’Ikenobo, nel XVI secolo, prevedeva lo studio di due diversi stili: Tatehana e Nageirebana che venivano collocate in appositi spazi della casa riservati al culto. A partire dal XVII secolo, si svilupparono da questi due stili iniziali quelli che hanno caratterizzato la scuola Ikenobo: il Rikka e lo Shoka.
La struttura del Rikka simboleggiava il monte Sumeru (o Meru), mitica montagna sacra per il buddhismo, e ne mostra sette caratteristiche rappresentate dai sette rami principali che nello Shoka saranno ridotti a tre.
L’attuale Maestro della scuola Ikenobo Sean’Ei partendo da due stili tradizionali (Rikka Shofutai e Shoka Shofutai) ha creato altri due stili per adattare le composizioni alla vita contemporanea e agli spazi abitativi attuali (rispettivamente Rikka Shinputai e Shoka Shinputai).

La prima vera rivoluzione in questa arte si ebbe con la nascita della scuola Ohara durante il periodo Meiji (1868 – 1912) caratterizzato da una profonda trasformazione e mutamento della società e della cultura giapponese. Il suo fondatore e I° Caposcuola (Iemoto) fu Unshin Ohara che ideò il Moribana (letteralmente fiori ammassati), una forma che si sviluppava non più soltanto in altezza, ma anche orizzontalmente.
Koun, il II Iemoto, seguendo la tradizione del profondo sentimento di attenzione e di amore verso la Natura che permea tutta l’Ikebana Ohara ideerà il Moribana Paesaggio.
La scuola Ohara segna un passaggio dall’ikebana classico seppur non scostandosi mai del tutto dalle tradizioni culturali e pittoriche del giappone come avviene per composizioni quali il Rimpa ed il Bunjin.
Altri esempi di stili della scuola Ohara sono l’Hanamai, l’Hana‐isho e il recente Hana‐kanade.
Se l’Ohara fu innovativa per l’ideazione del Moribana, il particolare riferirsi alle pitture tradizionali, la creazione di paesaggi e l’attenzione davvero minuziosa alla natura la rivoluzione totale nel campo dell’ikebana fu portata dalla scuola Sogetsu.

Free Style. Scuola Ikenobo. Courtesy of Rikka Shofutai

La Scuola Sogetsu (letteralmente “Erba e Luna”) venne fondata nel 1927 da Sofu Teshigahara artista interessato al mondo moderno e fortemente influenzato dall’apertura delle frontiere del Giappone (Restaurazione Meiji 1868).
Al motto "l'Ikebana fuori dal Tokonoma" si formarono le nuove tendenze per cui la rivoluzione culturale portava a concepire l'Ikebana come un'arte scultorea. Nel 1930 venne proclamato il "Manifesto dei nuovi stili dell'Ikebana" in cui questa diviene una vera e propria arte evolvendosi in parte dai concetti filosofici che l’avevano caratterizzata, ma soprattutto dalle restrizioni nell'uso dei vegetali.
L’artista è libero di scegliere contenitori e forme imprimendo nell’ikebana la propria personalità. Il materiale vegetale diviene colore, materiale plasmabile e si va a perdere la visione fino ad allora espressa dell'Ikebana (le cui costruzioni anche tradizionali erano tutte artificiali) quale raffigurazione della Natura, residenza degli Dei; Sofu utilizzando nuovi materiali e tecniche innovative affermò che: l’ikebana poteva essere fatto da tutti in ogni momento, in qualsiasi luogo con qualsiasi materiale. L’ikebana Sogetsu è composto da linee, colore e massa e da qui si dispiega la possibilità di una creatività infinita.
Sofu fu considerato un grande artista al pari dei suoi amici Picasso e Dalì e insignito di onorificenze tanto in Giappone quanto all’estero, innovatore in assoluto insegnò ikebana anche attraverso media quali la radio.

Ikebana Sogetsu di Luca Ramacciotti (Using both fresh and unconventional materials)

 
I successivi Iemoto apportarono varianti nell’insegnamento della Sogetsu ideato da Sofu senza mai alterarne le nozioni tecniche di base. (Kasumi introdusse nell’ikebana il materiale dipinto e gli ikebana in miniatura, Hiroshi ideò grandi installazioni in bambù e portò l’ikebana a livelli di massima sperimentazione creando stili che prevedevano la presenza in contemporanea di più artisti quali il Renka e Akane che, recentemente, ha introdotto l’insegnamento dell’ikebana anche presso i bambini). Il programma di insegnamento della scuola, ideato per facilitare l’apprendimento e l’insegnamento dell’ikebana si chiama Kakeiho e prevede due corsi di Moribana e Nageire per comprendere le dimensioni e lo spazio e durante i quali si affronta sporadicamente lo stile libero e due corsi di stile libero concentrato su temi quali massa, linea e colore al fine di sviluppare l’artista che è in noi.
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