La poesia delle piccole cose

E' difficile parlare di Prima neve sul Fuji

(Einaudi, pp. 149, € 9,50), come lo è per una qualsiasi raccolta di racconti di Kawabata Yasunari. Non perché la scrittura sia oscura, dal momento che la prosa è limpida e avvolgente

Si tratta di qualcosa di più midollare e intimo, che s'annida nel fondo delle parole e degli eventi. In queste storie incontri sfumati, desideri reconditi e segreti, avvenimenti minimi come una visita inaspettata rivelano i lati, consueti o inquietanti, dell'esistenza, in cui si insinuano sottilmente il dubbio, il senso di colpa, il rimpianto; persino nel gioco innocente dei bambini e nel rumore delle gocce di pioggia trapelano dissapori e sofferenze.

La natura, presenza silenziosa ma pregnante, accompagna e a suo modo spiega la bizzarra vita degli uomini, come appare in un filare di alberi o in Yumiura, in cui la bellezza discreta di un viottolo di gingko o la magnificenza d'un vecchio tramonto sulla baia sembrano contrapporre l'incessante mutare delle stagioni agli accadimenti umani, effimeri eppure carichi di affanni.

Soltanto la memoria, seppure a tratti, e le piccole, inaspettate meraviglie possono forse restituire un briciolo di pace ed eternità agli animi tormentati. L'esempio più toccante è certo Crisantemo nella roccia: qui il nobile fiore in cui s'è incarnato lo spirito di una donna in perenne attesa dell'amato pare raccontare una fragile vittoria della vita sul tempo e sulla morte.
photo © Hitoshi Shirota
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