Lavorazione di un Ginepro Itoigawa

Questo ginepro della varietà itoigawa mi fu proposto da un amico per fotografia

faceva parte di una partita di ginepri di qualità innestati con la varietà itoigawa.

Con scaglia fine, bellissima e ordinata, proveniente dal Giappone dal giardino di Iura. Decisi di acquistarlo, e giunse in Italia nel 2008. Le caratteristiche di questo ginepro erano l'imponente legna secca e la vena già tubolarizzata, che ne conferiva un carattere molto austero oltre, come detto prima, ad una qualità di scaglia davvero eccezionale.

La lavorazione di questo esemplare inizia nel 2008, appena giunto in Italia. Una volta nel mio giardino, ho tenuto la pianta alcuni mesi “tranquilla”, per permettergli di acclimatarsi e di superare lo stress dovuto all’importazione.
Fondamentalmente i lavori da eseguire erano due: il primo lavoro non era di quelli impossibili, si trattava di ordinare i rami e di formare i palchi, creando con la vegetazione la triangolarità che equilibrava tutto l’insieme. Il secondo invece era più delicato e di fondamentale importanza: rifilare la vena sia nella parte inferiore che nel punto di innesto, facendo l’operazione, soprattutto in quest’ultimo punto, con molta attenzione, per non danneggiare quest’area molto delicata.

 

Iniziavo quindi con la sistemazione della vegetazione, decidendo di posizionare il primo ramo sulla sinistra, creando, vista l’abbondanza di vegetazione, palchi e sovrappalchi, tutti indipendenti ed esposti al sole, in modo tale da non creare zone d’ombra che con l’andare del tempo fanno indebolire i rami fino a portarli alla loro morte. Via via il lavoro è stato svolto fino ad arrivare all’apice. Visto che la pianta non aveva mai visto filo, il primo ramo di sinistra risultava leggermente corto, rispetto alla triangolarità creata, quindi non è stato fatto altro che posizionare comunque il ramo, che è stato lasciato completamente libero di crescere in lunghezza in modo tale da raggiungere la dimensione voluta.

La vena è stata rifilata con molta cura, non tanto nella parte inferiore, ormai già matura e stabilizzata, quanto nell’area del punto di innesto, proteggendo la striscia rifilata con del mastice cicatrizzante. Non è raro che nei ginepri innestati, anche dopo anni, si è perso l’innesto perché si è spinti troppo oltre. In futuro Il lavoro da fare, è quello di rinvasare l’esemplare che presenta una zolla di terreno duro e compatto, sintomo di anni in cui la pianta non ha goduto di un rinvaso che le permettesse di far respirare le radici e di rinnovare il terreno. A mio parere, ultimo ma non ultimo lavoro da fare, è quello di snellire la legna secca che anche ad occhio, dopo la lavorazione risulta sproporzionata rispetto alla vegetazione.
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