Il Bosco

Le regole che determinano la composizione del bosco a bonsai sono molteplici e concorrono tutte al ricercare la possibilità di trovare il miglior equilibrio tra il materiale di partenza e il risultato naturale.

Una delle regole più importanti, alla quale è impossibile rinunciare, è l'uso di un pane di terra, e conseguentemente un vaso, estremamente piatti, proprio per dare l'esempio e la sensazione dell'orizzontalità del territorio. 

Le regole di profondità sono legate alla scelta crescente o decrescente del diametro dei tronchi rispetto al fronte, ed anche alla loro altezza.La profondità deve essere tanto maggiore quanto più basso è il numero di soggetti del bosco, nel senso che nei boschi a 5,7 o 9 tronchi sarà molto accentuata la differenza di diametro tra individui, mentre nei boschi numerosi questo elemento è meno importante nel senso che il diametro degli individui può essere "più simile fra loro". La posizione del gruppo deve inoltre prevalere verso destra o verso sinistra, lasciando uno spazio che rappresenta l'infinito, conferendo una grande profondità e tranquillità alla composizione, liberandola anche dal rischio di sembrare una coltivazione concentrata.

 

Giardino dei boschi di Saburo Kato

Anche la parete frontale dovrebbe avere un po di spazio per contribuire ad aumentare il respiro della composizione come si può notare dalla piantina del disegno seguente.

L'osservazione del fronte deve consentire un posizionamento dei tronchi in modo da non avere più di due piante in fila proprio per rispettare la naturalezza. Anche la triangolarità dovrà rispettare le solite regole di asimmetria dei triangoli considerando la chioma dell'intero bosco nel suo insieme o nei gruppi principali.
Nello stile a bosco come anche nelle ceppaie e negli stili a zattera per la cultura giapponese, sono normalmente utilizzati per rappresentare foreste o rive di laghi. Questa curiosa motivazione è dovuta all'assenza della pastorizia e dell'allevamento bovino nella montagna giapponese, pertanto in giappone è raro vedere praterie libere in alternanza a boschetti come avviene nelle nostre Alpi, ed è per questo che nella mentalità giapponese l'area libera che rappresenta l'infinito suggerisce il lago o il fiume che sono gli unici elementi in grado di tagliare la foresta vergine, oltre all'agricoltura e agli interventi umani in genere.

Image
Image

Nella realizzazione del vuoto si deve lasciare lo spazio completamente libero, senza aggiungere elementi come erbe, roccie o statue, che sono considerate per la raffinatezza giapponese, estremamente volgari; l'arte conste appunto nel riuscire a dare l'impressione e la sensazione della presenza.
Questo elemento di grande ricaduta estetica è un punto di fondamentale differenza tra la cultura della Cina e del Giappone, vedremo infatti com'è importante per i cinesi inserire direttamente l'elemento che si vuole rappresentare.
Osservando il bosco dal fronte sarà importante mantenere tutte le distanze differenti tra i tronchi, in modo da evitare ripetizioni e ricadere nella simmetria.
Questa rappresentazione è particolarmente importante nel caso in cui ci siano poche piante, infatti i boschi di 5, 7 o 9 alberi sono in realtà proprio i più difficili poichè la loro posizione dev'essere praticamente perfetta.
Nella composizione è frequente vedere coppie di tronchi molto ravvicinate, quasi a contatto, che devono essere di dimensioni differenti e lo scopo è per ottenere un'impressione più grande del tronco più grosso attraverso il contrasto con il tronco più piccolo, inoltre permette di aumentare l'effetto di naturalezza facendo vedere che è nato un tronco piccolo vicino al grande albero. I boschi formati da gruppi di piante sono molto interessanti perché permettono di ottenere gli spazi vuoti anche in composizioni con moltissimi tronchi, come il caso del disegno 3 e 4, in cui notiamo una struttura di latifoglie in vaso e su lastra a tronchi dritti ed a tronchi mossi.
Nella realizzazione pratica questo tipo di bosco è un insieme di boschi semplici, normalmente 2 o 3, accostati tra loro rispettando le stesse proporzioni come se fossero grossi soggetti. Le superfici del pane di terra non devono essere piatte, ma al contrario devono seguire degli andamenti naturali, facendo talvolta piccoli salti, gradini e dislivelli che vanno via via degradando verso il margine, soprattutto nel caso dei boschi su lastra. Dal punto di vista della coltivazione i boschi bonsai che diventano capolavori si ottengono normalmente con piante giovani che crescendo insieme per molti anni avranno delle forme particolarmente armonizzate tra loro, mentre l’uso di piante grosse assemblate all’ultimo momento difficilmente porteranno un risultato completo dal punto di vista dell’estetica Zen.

Massimo Bandera

© RIPRODUZIONE RISERVATA