I concimi organici - evoluzioni tecniche
Dopo aver descritto i benefici della concimazione organica nella pratica agronomica della concimazione applicata alla coltivazione bonsai,
vediamo una tecnica che è stata interpretata ed intesa come evoluzione dello sfruttamento dei benefici della Sostanza Organica (SO). Ideai questa tecnica nel 2003 in seguito a degli studi in agronomia sulla decomposizione della SO in campi agricoli.
Applicata e perfezionata negli anni successivi, è diventata una pratica molto utilizzata da parte di moltissimi amatori sparsi sul territorio nazionale che ormai la adottano sistematicamente nei periodi primaverile e autunnale.
Da più parti, i risultati ottenuti hanno migliorato sostanzialmente le condizioni nutritive e di sviluppo delle collezioni in cui questa tecnica è adottata, non solo, grazie alla migliore comprensione delle fasi di decomposizione e alle complesse interazioni che interagiscono tra i substrati e i concimi utilizzati, si sono potuti raggiungere standard qualitativi fino a qualche anno fa insperati.
La tecnica vede l’utilizzo di concimi organici in forma granulare o pellettata (bio-gold – hanagokoro – tamachi – stallatico ecc.) e dalle titolazioni idonee al periodo di utilizzo. Le modalità di applicazione del concime rispecchiamo quelle adottate dai professionisti di bonsai giapponesi, in cui la collocazione dei cilindretti rispetta un ordine di collocazione molto preciso tutt’intorno al perimetro del vaso, in uno spazio compreso tra il tronco ed il bordo del vaso.
Questa applicazione segue due modalità di somministrazione: NORMALE e INTENSIVA; queste due modalità sono caratterizzate dalla distanza tra i cilindretti, in cui nella prima è pari alla grandezza del cilindretto stesso, nella seconda è pari a due volte la grandezza del cilindretto. Per poter ottenere risultati oltre le comuni somministrazioni di concime, bisogna applicare dello sfagno su tutta la superficie del substrato, avendo l’accortezza di coprire i cilindri di concime; la condizione che viene a formarsi è di costante umidità (non in eccesso), tale che la decomposizione della SO avviene molto più velocemente, attivando così micro flora e micro fauna terricola, indispensabile per la buona riuscita dell’operazione, non solo, anche la formazione della tipica muffetta grigio-bianca sui cilindri viene stimolata in modo da aumentare i ritmi di decomposizione.
L’effetto principale è quello di un esaurimento dei cilindri in tempi nettamente inferiori a quelli normali di 40gg che in questo tipo di applicazione risulta essere di 20gg ca.. Il dimezzamento del tempo di esaurimento, indica un accelerazione delle fasi di rilascio dei nutrienti che stimolano l’attività radicale grazie anche alla produzione di sostanze umiche capaci di chelare molecole altrimenti inutilizzate.
Le fasi biologiche, solide e gassose del suolo, sono in questi casi frenetiche e particolarmente produttive, garantendo un’evoluzione della SO ceduta dal concime, veloce ma allo stesso tempo utile all’evoluzione dell’apparato radicale.
Eccellenti risultati, in termini di decomposizione, si ottengono con un’esposizione degli esemplari a Sud / Sud-Est. Tale condizione,
presuppone un irraggiamento solare intenso, capace di surriscaldare il substrato e favorire, oltre che migliorare, le attività microbiche inerenti i processi di mineralizzazione della SO.
La presenza in parallelo, anche di sufficienti quantità di Ur (Umidità relativa), garantite da una perfetta pratica di innaffiatura, assicurano una più salutare e perfetta cessione dei nutrienti in seguito ad una loro migliore diluizione nel suolo.
L’esposizione a Sud / Sud-Est, comporta anche un perfetto svolgimento della fotosintesi clorofilliana, grazie al riscaldamento dell’apparato fogliare.
Il risultato è un maggior accumulo di biomassa che comporta a sua volta maggior assorbimento e consumo dei nutrienti ceduti con le fasi di concimazione. Altro parametro importantissimo è la temperatura; l’esposizione a Nord, non comporta un surriscaldamento sufficiente alle attività di cui sopra ed insieme la fotosintesi è sottosviluppata.
Il miglioramento delle fasi di assorbimento, ha come risultato un irrobustimento morfologico e fisiologico della pianta stessa e, come tale, la rende meglio combattiva nei confronti delle patologie, stimolando parte del metabolismo secondario.
E’ altrettanto importante, se si vogliono ottenere risultati degni di nota, garantire dei substrati che possano supportare fasi di decomposizione molto sostenute. La struttura (granulometria) è il principale parametro da considerare, perché strettamente connesso all’aria tellurica e quindi allo sviluppo radicale. Questa pratica di concimazione, deve essere attuata nei due principali momenti nutritivi dell’anno: Primavera e Autunno. La differenza è nell’utilizzo di concimi Azotati in primavera e Fosfo-Potassici in autunno, sempre coadiuvati da applicazioni di Acidi Umici per migliorare le fasi di chelazione e quindi diminuire la percentuale di nutriente che viene perso con l’acqua di percolazione. Questi ultimi, avendo anche un’azione stimolante nei confronti dell’allungamento radicale, garantiscono un assorbimento più corretto ed efficiente.
Da più parti, i risultati ottenuti hanno migliorato sostanzialmente le condizioni nutritive e di sviluppo delle collezioni in cui questa tecnica è adottata, non solo, grazie alla migliore comprensione delle fasi di decomposizione e alle complesse interazioni che interagiscono tra i substrati e i concimi utilizzati, si sono potuti raggiungere standard qualitativi fino a qualche anno fa insperati.
La tecnica vede l’utilizzo di concimi organici in forma granulare o pellettata (bio-gold – hanagokoro – tamachi – stallatico ecc.) e dalle titolazioni idonee al periodo di utilizzo. Le modalità di applicazione del concime rispecchiamo quelle adottate dai professionisti di bonsai giapponesi, in cui la collocazione dei cilindretti rispetta un ordine di collocazione molto preciso tutt’intorno al perimetro del vaso, in uno spazio compreso tra il tronco ed il bordo del vaso.
Questa applicazione segue due modalità di somministrazione: NORMALE e INTENSIVA; queste due modalità sono caratterizzate dalla distanza tra i cilindretti, in cui nella prima è pari alla grandezza del cilindretto stesso, nella seconda è pari a due volte la grandezza del cilindretto. Per poter ottenere risultati oltre le comuni somministrazioni di concime, bisogna applicare dello sfagno su tutta la superficie del substrato, avendo l’accortezza di coprire i cilindri di concime; la condizione che viene a formarsi è di costante umidità (non in eccesso), tale che la decomposizione della SO avviene molto più velocemente, attivando così micro flora e micro fauna terricola, indispensabile per la buona riuscita dell’operazione, non solo, anche la formazione della tipica muffetta grigio-bianca sui cilindri viene stimolata in modo da aumentare i ritmi di decomposizione.
L’effetto principale è quello di un esaurimento dei cilindri in tempi nettamente inferiori a quelli normali di 40gg che in questo tipo di applicazione risulta essere di 20gg ca.. Il dimezzamento del tempo di esaurimento, indica un accelerazione delle fasi di rilascio dei nutrienti che stimolano l’attività radicale grazie anche alla produzione di sostanze umiche capaci di chelare molecole altrimenti inutilizzate.
Le fasi biologiche, solide e gassose del suolo, sono in questi casi frenetiche e particolarmente produttive, garantendo un’evoluzione della SO ceduta dal concime, veloce ma allo stesso tempo utile all’evoluzione dell’apparato radicale.
Eccellenti risultati, in termini di decomposizione, si ottengono con un’esposizione degli esemplari a Sud / Sud-Est. Tale condizione,
presuppone un irraggiamento solare intenso, capace di surriscaldare il substrato e favorire, oltre che migliorare, le attività microbiche inerenti i processi di mineralizzazione della SO.
La presenza in parallelo, anche di sufficienti quantità di Ur (Umidità relativa), garantite da una perfetta pratica di innaffiatura, assicurano una più salutare e perfetta cessione dei nutrienti in seguito ad una loro migliore diluizione nel suolo.
L’esposizione a Sud / Sud-Est, comporta anche un perfetto svolgimento della fotosintesi clorofilliana, grazie al riscaldamento dell’apparato fogliare.
Il risultato è un maggior accumulo di biomassa che comporta a sua volta maggior assorbimento e consumo dei nutrienti ceduti con le fasi di concimazione. Altro parametro importantissimo è la temperatura; l’esposizione a Nord, non comporta un surriscaldamento sufficiente alle attività di cui sopra ed insieme la fotosintesi è sottosviluppata.
Il miglioramento delle fasi di assorbimento, ha come risultato un irrobustimento morfologico e fisiologico della pianta stessa e, come tale, la rende meglio combattiva nei confronti delle patologie, stimolando parte del metabolismo secondario.
E’ altrettanto importante, se si vogliono ottenere risultati degni di nota, garantire dei substrati che possano supportare fasi di decomposizione molto sostenute. La struttura (granulometria) è il principale parametro da considerare, perché strettamente connesso all’aria tellurica e quindi allo sviluppo radicale. Questa pratica di concimazione, deve essere attuata nei due principali momenti nutritivi dell’anno: Primavera e Autunno. La differenza è nell’utilizzo di concimi Azotati in primavera e Fosfo-Potassici in autunno, sempre coadiuvati da applicazioni di Acidi Umici per migliorare le fasi di chelazione e quindi diminuire la percentuale di nutriente che viene perso con l’acqua di percolazione. Questi ultimi, avendo anche un’azione stimolante nei confronti dell’allungamento radicale, garantiscono un assorbimento più corretto ed efficiente.