Bonsai di kaki
Kaki
I kaki che colorano le colline e i campi annunciano l'autunno in Giappone.
FAMIGLIA EBENACEAE - GENERE DIOSPYROS - NOME COMUNE CACHI, KAKI
L'aura di dignità di questo bonsai è accresciuta dall'aspetto antico del suo tronco curvo e cavo; i rami aggraziatamente separati sono tipici di questa specie. L'apparire del frutto del cachi è segno di tardo autunno.
Nei villaggi di montagna i vecchi alberi continueranno a vegliare sulla vita della gente sino alla fine dei tempi.
Albero deciduo, in Giappone il cachi viene coltivato per i suoi frutti.
Invecchiando, il tronco si tinge di sfumature marrone‐nerastre. Molti dei suoi rami sono divergenti, e le foglie alterne di forma ovale si animano d’autunno di un bel colore rosso.
Se come bonsai di piccole e medie dimensioni si usano anche il royagaki (Diospyros rhombifolia), il tokiwagaki (Diospyros Morrisiana) o il mamagaki dai piccoli frutti, nessuno ha l’eleganza del cachi di montagna (Diospyros kaki).
Sui frutti giallo‐rossi del cachi sembra sempre diffondersi la calda luce del tramonto. Il fascino di una tradizione millenaria circonda ancora ai nostri giorni gli alberi di cachi, i cui frutti, dal sapore delicato e particolare, solleticarono la fantasia dei popoli antichi, che individuarono in essi "il cibo degli dei".
Originario della Cina, dove viene indicato col nome di "Mela d’Oriente", il Caco viene largamente coltivato anche in Giappone e occupa un posto di primaria importanza nella dieta alimentare di quei popoli.
Se come bonsai di piccole e medie dimensioni si usano anche il royagaki (Diospyros rhombifolia), il tokiwagaki (Diospyros Morrisiana) o il mamagaki dai piccoli frutti, nessuno ha l’eleganza del cachi di montagna (Diospyros kaki).
Sui frutti giallo‐rossi del cachi sembra sempre diffondersi la calda luce del tramonto. Il fascino di una tradizione millenaria circonda ancora ai nostri giorni gli alberi di cachi, i cui frutti, dal sapore delicato e particolare, solleticarono la fantasia dei popoli antichi, che individuarono in essi "il cibo degli dei".
Originario della Cina, dove viene indicato col nome di "Mela d’Oriente", il Caco viene largamente coltivato anche in Giappone e occupa un posto di primaria importanza nella dieta alimentare di quei popoli.
Esposizione
Il Caco si colloca in posizione ventilata e soleggiata. Poiché le foglie non si bruciano per la mancanza d’acqua, non è necessario mettere la rete ombreggiante, neanche in piena estate. Se si ha poco tempo per innaffiare, è meglio posizionarlo in modo che non sia esposto al sole pomeridiano. In inverno occorre evitare che il terriccio geli.
Annaffiatura
Per una produzione ottimale di frutti, il Diospyros predilige innaffiature regolari in primavera e in autunno , ma generose in estate. Anche se gli alberi di cachi tollerano bene la siccità , la qualità dei frutti risente della mancanza di un apporto regolare di acqua.
Potatura e formazione
Se l’obiettivo è la formazione dei rami, si pota da ottobre a febbraio dopo la caduta delle foglie, periodo che coincide con la quiescenza della pianta. Se invece l’obiettivo è la fruttificazione, una volta che i frutti interrompono la loro crescita (giugno), si potano i rami selezionando quelli che si intende lasciare. I rami del Caco sono abbastanza rigidi, ma rimangono morbidi fino a quando le vegetazioni non raggiungono i 15‐20 cm: il giusto procedimento è di fermare in quel momento le nuove vegetazioni con il filo (avvolgere con il filo ferma la crescita dei rami, se questi vengono curvati verso il basso); su torsioni e piegature più impegnative è opportuno l’utilizzo della rafia.
Rinvaso
Il periodo migliore per effettuare il rinvaso è la primavera, prima del risveglio vegetativo; si lava via il vecchio terriccio e si sostituisce con un substrato che garantisce un buon drenaggio. Poiché le radici crescono vigorosamente, si consiglia l’utilizzo di un vaso più profondo in modo da avere una maggiore umidità nel terreno. Si rinvasa ogni tre anni, ma una volta superata la fase di crescita, quando l’obiettivo sarà quello di ottenere una maggiore fruttificazione, si dovrà rinvasare ogni anno. Se si ha poco tempo per innaffiare, è meglio posizionarlo in modo che non sia esposto al sole pomeridiano. In inverno occorre evitare che il terriccio geli.
Concimazione
Somministrare concimi organici azotati in primavera e concimi ricchi di fosforo e potassio in autunno; se non si concima adeguatamente non si ottiene una buona fioritura. Diminuire la concimazione da prima della germogliazione fino a quando maturano i frutti.
Malattie
Il Diospyros è abbastanza resistente all’attacco dei parassiti anche se è importante trattare periodicamente con insetticidi; se la comparsa di cocciniglia è associata alla presenza delle formiche, queste regolano la loro proliferazione. Un eccesso di acqua a volte può provocare marciumi radicali la cui conseguenza è perdita di fiori e frutti giovani. fino a quando le vegetazioni non raggiungono i 15‐20 cm: il giusto procedimento è di fermare in quel momento le nuove vegetazioni con il filo (avvolgere con il filo ferma la crescita dei rami, se questi vengono curvati verso il basso); su torsioni e piegature più impegnative è opportuno l’utilizzo della rafia.
Varietà di Kaki
DIOSPYROS LOTUS
Il termine Diospiro deriva dal greco 'dios' = divino e 'pyros' = grano, frumento e per estensione 'frutto' cioè 'frutto divino' in riferimento alle proprietà organolettiche dei frutti eduli. La pianta originaria dell'Asia, è stata introdotta in Europa nel 1596; già alla fine del 18° secolo era regolarmente coltivata nel sud dell'Europa. Essendo più resistente al freddo del D. kaki viene impiegato come porta‐innesto; è una pianta frugale, slanciata, raggiunge i 15‐18 metri a maturità: nel nostro clima si sviluppa bene, anche in terreni calcarei e asciutti (in collina può essere un’ottima ed originale scelta, una possibile alternativa di colore).
La specie è conosciuta sotto diverse denominazioni, tra le quali "legno di Sant'Andrea" e "legno santo" perché una leggenda sosteneva che Sant'Andrea fosse stato crocifisso su quest'albero. Ha foglie caduche, semplici a lamina ovoidale lanceolata, margine intero. La specie è pianta a fiori unisessuali e, raramente, anche poligami: per questo la pianta si può presentare con soli fiori a funzione femminile o con soli altri a funzione maschile; può anche avere solo fiori ermafroditi o addirittura riunire con combinazioni diverse le varie caratteristiche.
I frutti, dunque, possono derivare da fecondazione o dal principio di partenocarpia: nel primo caso hanno una polpa più dolce e più soda e un colore bruno. In alcune varietà i frutti, se partenocarpici, sono (usando una classificazione utilizzata dai giapponesi per contrapporli a quelli dolci) astringenti. Per la coltivazione bonsai vengono utilizzati Cachi selvatici, assai diffusi nei boschi dell'Italia settentrionale e centrale, che producono frutti astringenti, ma staccati dal ramo.
Assai semplice da preparare e da seguire nel processo di crescita e formazione, questo alberello è consigliabile ai principianti e offre immediate soddisfazioni anche ai bonsaisti meno pazienti.
Fruttifica infatti entro un anno o due dall'inserimento nell'apposito contenitore e quindi acquista immediatamente un aspetto gradevole, anche se, naturalmente, solo le cure e le modifiche che verranno apportate nel corso di anni, sapranno conferirgli il carattere di un artistico ed armonioso bonsai.
DIOSPYROS KAKI
È stato sviluppato dalla specie selvatica D. roburghii. Spesso è innestato su portainnesti del più resistente e tollerante D. lotus.
L'albero può raggiungere altezze fino a 12‐18 m (40‐60 ft); le foglie sono alterne . La specie è generalmente monoica con fiori maschili e femminili presenti su piante separate . I fiori maschili, che sono generalmente in gruppi di 3, hanno 16‐24 stami, mentre i fiori femminili solitari hanno 8 pseudostami (stami sterili, assenti le antere e polline).
CURIOSITÀ'
Nel 1983, il presidente Ronald Reagan ha avuto in dono da Hassan II, re del Marocco, un bonsai di Diospyros kaki proveniente dalla sua personale collezione. Il bonsai è stato collocato nel National Bonsai and Penjin Museum.