Kendo – Una battaglia che dura una vita

Nell’ultimo secolo dello scorso millennio, e più precisamente nel 1994, la mia vita ebbe una svolta sostanziale

Realizzai quella che fino ad allora era solo un’idea, un pensiero, che mi balenava ormai da tempo nella testa. La voglia di fare qualcosa di diverso, di sensazionale, almeno per quello che riguarda la mia persona, il mio carattere.

Sentivo la necessità di un cambiamento radicale, ma allo stesso tempo il bisogno di di qualcosa di pacato, che potesse farmi sentire in equilibrio con me stesso e con il mondo.
Ecco che invece mi trovai di fronte ad una vera e propria sfida, ad una battaglia. Ma cosa fosse questa sensazione non lo sapevo ancora, sentivo solo che ero attratto da qualcosa, qualcosa che mi chiamava, forse una vocazione ? Accadde casualmente un giorno, parlando con mio collega, saltò fuori l’argomento delle arti marziali, e più precisamente lui mi parlò del Kendo. Poteva mai essere quella la forza di attrazione che sentivo dentro?
Una cosa era certa, nei giorni seguenti non feci altro che pensare al Kendo, all’idea di frequentare una palestra di arti marziali e di come mi sarei potuto trovare, con tutto il fascino e l’ansia che una nuova esperienza porta in dono.
Arrivò settembre e con esso la buona notizia da parte del collega - aveva trovato una palestra dove si poteva praticare il Kendo, a Gallarate, città in cui lavoravo, e a pochi km dalla città in cui vivevo.
Ci iscrivemmo, e una sera ci presentammo al maestro con l’intenzione di praticare fin da subito se fosse possibile. Lui con tutta risposta ci disse che per l’iscrizione saremmo dovuti tornare il mese successivo, per iniziare il corso dedicato ai principianti.
Mi sentivo stimolato, percepivo già questa nuova esperienza come una sfida da affrontare e vincere, una sorta di iniziazione. Feci passare il mese più lungo della mia vita e ci ripresentammo pronti per l’iscrizione. Dopo una prova di allenamento ne uscii distrutto ma estasiato, lo stesso per il mio collega, iniziò così questo nuovo percorso di vita. A dicembre il mio collega abbandonò la pratica, non seppi mai il vero motivo che lo spinse a prendere questa decisione, era il più motivato ma forse voleva dei risultati fin da subito… Io invece continuai e piano piano entrai nell’ottica giusta. Dopo quattordici mesi di allenamenti ebbi la mia prima soddisfazione nel mondo del Kendo, sostenni il primo esame!
Partendo dal mio grado di VI° Kyu, che si acquisisce all’atto dell’iscrizione, passai tutti i gradi dal V° fino a I° Kyu, l’equivalente della cintura marrone nelle altre arti marziali. Nel kendo non ci sono le cinture che indentificano il grado e a dire il vero non c’è nulla che possa far capire il grado degli altri praticanti, il I° Kyu era il massimo che si poteva raggiungere in un solo esame partendo dal VI° Kyu, su circa settanta partecipanti a quella sessione di esame fummo solo in due a passare tutti i gradi possibili. Una vera e propria impresa, oggi oltretutto non è più possibile ottenere questo risultato, la commissione ferma al massimo al II° Kyu. Questo perché a differenza di una volta, dove gli esami si svolgevano durante gli stage e si veniva valutati da una commissione esterna, ora i gradi fino al II° Kyu si possono ottenere sostenendo un esame nella propria palestra e rimandando poi quello di I° Kyu all’esterno. Si parte quindi da VI° Kyu fino ad arrivare a I° Kyu a ritroso, dopo di che si passa ai livelli o Dan: qui si va dal I° Dan che è l’equivalente della cintura nera e fino ad arrivare all’ ottavo Dan sostenendo l’ultimo esame possibile.
Il mio grado a oggi è 4 Dan con un brevetto da insegnante ottenuto dopo aver svolto un corso e sostenuto il relativo esame di qualifica nel 2007.
Ho fatto una breve esperienza in Nazionale culminata con un torneo internazionale, a squadre e individuale, svoltosi a Parigi. Purtroppo il mio lavoro, che prevede anche trasferte molto lunghe, non mi ha permesso di proseguire questa esperienza.
Nel 2000 sono stato dieci giorni in Giappone con un mio amico Kendoka, uno tra quelli del gruppo che ha iniziato insieme a me. E’ stata un’esperienza bellissima… Purtroppo questo amico non c’è più, ci ha lasciati fisicamente, dico questo perché la sua memoria è ancora presente nel mondo del Kendo, questo grazie al fatto che prima di lasciarci è riuscito a fondare una scuola tutta sua a Rho, scuola che esiste tutt’ora e recentemente trasferitasi a Caronno Pertusella.
Sono contentissimo che insieme ad un altro collaboratore ho ereditato la possibilità di portarla avanti: ad oggi la scuola è autonoma, ma continuo a frequentarla con regolarità e ad allenarmi con loro.
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