Ikebana Tecniche base
Studiare ikebana significa approcciarsi seriamente a un percorso artistico.
Capita spesso di vedere su internet (specialmente nei gruppi di Facebook dedicati a quest’arte) persone che si improvvisano ikebaniste o che addirittura hanno scritto libri senza aver mai seguito una scuola di ikebana. Mi domando come sia possibile parlare di un argomento quando la nostra conoscenza si basa solo su articoli o libri letti.
Come possiamo pensare che quello che scriviamo in un libro o realizziamo sia davvero un ikebana e non una semplice composizione floreale?
Quale artista (anche i più grandi) di qualsiasi disciplina non si è recato da un maestro a imparare i rudimenti di quell’arte che voleva studiare?
Per tale motivo quando mi chiedono di partecipare a un mio corso di ikebana premetto che farò un incontro di prova comprendente un’introduzione storica e filosofica di cosa è l’ikebana e poi spiego e faccio eseguire i due stili che sono alla base della scuola Sogetsu: Verticale e Inclinato.
L’allievo deve comprendere se quello che si troverà a studiare è effettivamente quello che sperava o se ha sbagliato posto credendo di fare una cosa alla moda e di facile apprendimento. In caso negativo è libero di non proseguire lo studio. Almeno con me.
Se altri vedono l’ikebana in un’altra ottica liberi di farlo, ma per me è serietà e dedizione. Questo perché contrariamente all’opinione di frequentatori di altre scuole di ikebana la scuola Sogetsu è una delle più difficili. Non andiamo a studiare uno stile che ripeteremo fino alla perfezione, come nella maggior parte delle scuole classiche, ma studieremo l’ikebana nella sua spazialità.
Sofu Teshigahara quando creò la scuola Sogetsu "levò" l’ikebana dal tokonoma pensando ad un approccio più moderno e non legato solo al mondo giapponese. Kakeiho è il nome del metodo attraverso cui nella Sogetsu si studiano le basi dell’ikebana permettendo di familiarizzare con il materiale vegetale e studiarne le varie caratteristiche.
Nel Kakeiho andremo a studiare i due stili base (Verticale e Inclinato) e le loro variazioni in modo da comporre facilmente ikebana fin dai primi istanti. Il tutto utilizzando tre elementi principali (denominati Shushi) che sono: Shin (l’elemento principale, il più lungo di tutti, in base al quale si ha la misurazione dei successivi), Soe (l’elemento secondario), Hikae (l’elemento più corto di tutti). A essi si affiancano degli elementi di "sostegno" denominati Jushi che non hanno una collocazione precisa, ma che sta all’esecutore decidere (anche in base al materiale che ha utilizzato) come disporli. Quindi anche l’allievo fin dalla prima lezione è chiamato a esprimere la propria personalità (ovviamente poi il maestro andrà a fare le dovute correzioni dato che ha un occhio e un’esperienza più sviluppata rispetto a chi prende lezione).
Sofu in un suo libro di ikebana per principianti consiglia di mettere un fiore davanti alla composizione per dare un’armonia al tutto e uno dietro che dia l’idea di profondità soprattutto nel Nageire.
Nella Sogetsu i due stili base e le variazioni vengono realizzati sia nei Moribana (una composizione in ciotola bassa – suiban – nel quale si utilizza come reggifiori un attrezzo denominato kenzan) sia nel Nageire (una composizione in vaso alto – tsubo – che non prevede l’uso di sostegni quali il kenzan, ma fissaggi che andranno realizzati a mano di volta in volta).
Ci vuole l’esperienza che ha il maestro (e che matura con il passare del tempo e dello studio) per far capire cosa l’allievo ha fatto di giusto e cosa di errato. Questo soprattutto per il III e IV livello della Sogetsu dove, imparato ad eseguire moribana e nageire in tutte le variazioni e quindi avendo acquisito l’idea di spazialità, dimensione e armonia, lasceremo i diagrammi per affrontare temi quali: Linea, Colore, Massa e Spazio. Attraverso il Kakeiho impareremo misure e angolazioni, ma come spiega lo stesso Sofu (nel libro di testo a metà percorso tra il I e il II livello) è anche importante capire l’andamento che ha un materiale e assecondarlo.
Ci sono tecniche avanzate che permettono di piegare rami morbidi o di lavorare le foglie, ma tendenzialmente questo non si fa studiando i Kakei.
In questo ikebana il tema centrale è la superficie delle foglie che vengono messe in risalto sia dalla forma contrastante del fiore sia dalla "piegatura" stessa a cui sono sottoposte per dare movimento al tutto.
Questo ikebana sviluppa il tema de: La forma del contenitore ovvero come un elemento floreale o vegetale può far risaltare la linea del contenitore sia per contrasto sia ricreandola.
Ora vediamo tecnicamente come realizzare gli stili base. Qui mi avvarrò di una foto tecnica che evito a lezione perché, come dico sempre, non si sta montando una bicicletta.
Nel suiban il kenzan occupa varie posizioni a seconda dello stile e delle variazione che dovremo effettuare. Per prima cosa dovremo concentrarci sul materiale che il maestro ci avrà messo a disposizione. Ne studieremo le peculiarità e la forma, questo è il lavoro più importante di tutta la lezione. Dopodichè andremo a scegliere il ramo più importante che sarà il nostro Shin.
Abbiamo tre misurazioni a cui ricorrere (valide sia per il Nageire sia per il Moribana) in base sia al tipo di materiale usato, sia a ciò che noi vogliamo realizzare.
MISURAZIONE STANDARD
Shin (diametro del contenitore + altezza del medesimo) x 1.5
Soe = 3⁄4 di Shin
Hikae = 3⁄4 o 1⁄2 di Soe
MISURAZIONE GRANDE
Shin (diametro del contenitore + altezza del medesimo) x 2
Soe = 3⁄4 di Shin
Hikae = 1⁄2 di Soe
MISURAZIONE PICCOLA
Shin (diametro del contenitore + altezza del medesimo)
Soe = 3⁄4 di Shin
Hikae = 3⁄4 di Soe
Tutti questi dati tecnici e matematici possono spaventare a un primo approccio, ma se uno come me è riuscito a diventare maestro vuol dire che sono nozioni che si imparano con la pratica.
La prima lezione (che verrà ripetuta più volte) è lo stile base Verticale. Si colloca il kenzan nella posizione 1 e andremo a prendere le misure dei tre rami principali che sul kenzan dovranno formare un ideale triangolo (lo Shin al vertice e Soe ed Hikae agli angoli della base). Nello stile base verticale lo Shin è inclinato di 10 ° – 15°, verso sinistra e in avanti, il Soe di 45° a sinistra ed in avanti e l’Hikae di 75° a destra e in avanti. Sistemati i tre rami principali andremo a mettere quelli di sostegno in modo da completare la nostra opera che dovrà essere: Asimmetrica (in natura le piante non sono simmetriche e inoltre l’asimmetria è movimento, la simmetria è la negazione di esso), Equilibrata (non dovremo avere l’asimmetria con una sproporzione tra di loro degli elementi), Armonica (il tutto deve comunicare a chi la esegue e a chi poi la vedrà un senso di armonia non solo di estetica bellezza come nella composizione occidentale).
Ogni elemento dovrà avere il suo spazio, dovremo creare vuoto e movimento e ogni materiale dovrà sembrare che abbia una sua naturalezza dove viene collocato.
Come detto in precedenza, l’altro stile base della scuola Sogetsu è l’Inclinato. Il kenzan sarà in posizione 3 ed avremo al vertice del nostro immaginario triangolo il Soe a 15° (verso sinistra ed in avanti), lo Shin al vertice sinistro del triangolo (con un’inclinazione di 45° a sinistra e in avanti) e l’Hikae al vertice destro (con un’inclinazione di 75° a destra e in avanti).
Già spostando due rami principali e la posizione del kenzan all’interno del suiban l’allievo avrà modo di percepire come l’ikebana ha un suo movimento e occupi un ben determinato spazio a seconda della posizione in cui lo collocheremo.
I rami secondari serviranno non solo a completare e dare un senso di unità ai tre rami principali, ma ci aiuteranno a dare una profondità al nostro lavoro evitando, se possibile, di fare un muro frontale. In realtà la visione a 360° non fa parte dello studio iniziale dell’ikebana
Sogetsu, ma è bene piano piano abituarsi a questo concetto per non scontrarcisi all’improvviso, poi se collocheremo il nostro lavoro su di un tavolo non vorremo che sia interessante da ogni lato?