Un amore e due paia d'ali
Mishima il nazionalista, il raffinato, il giapponese. Mishima l'occidentalizzato, il contraddittorio, il suicida
Se ne sono dette tante ‐ e se ne dicono ancora ‐ sullo scrittore nipponico, ma che fosse capace di scrivere un testo quasi impalpabile come Ali potrebbe apparire incredibile a molti.
Si tratta, in fondo, di un breve racconto: una manciata di pagine che volano via in un baleno, lasciando dietro di loro una sottile scia di malinconia. E di malinconia e timidezza paiono fatti i due giovanissimi protagonisti della storia, la dolce Yoko e suo cugino Sugio, che si aggirano insieme per le strade di una Tokyo su cui incombono, gravi, tutte le minacce del secondo conflitto mondiale all'apice della sua drammaticità. Eppure, il loro amore acerbo e clandestino, bizzarro come solo sanno essere le passioni adolescenziali, sembra non conoscere paura, nutrendosi di una leggenda evanescente, che affonda le radici nell'anima: entrambi sono in segreto convinti che l'altro possegga un paio di ali, invisibili a chiunque, ma non hanno il coraggio di confessarselo.
Possono in tal modo vivere soltanto di parole non dette, di pensieri sottilmente intrisi di erotismo, di promesse che attendono, forse invano, la fine della guerra per prendere corpo.
La prosa limpidissima ed esatta di Mishima evoca un mondo dai tratti onirici, che sa accogliere l'orrore dei bombardamenti e la vivace ricchezza delle azalee in fiore, celando però un grumo più profondo e oscuro. Ed è proprio qui, con buone probabilità, che lo scrittore ha saputo nascondere una parte di sé; la medesima che ‐ come le ali di Yoko e Sugio ‐ nessuno pare saper scorgere. Rivelò infatti il romanziere, quasi con amarezza: "Pensai d'aver scritto con molta sincerità di me stesso [...] invece, a quel tempo, nessuno si accorse della mia confessione. Probabilmente era la conseguenza di essere sempre apparso agli altri come chi non vuole mai dire nulla di sé".
ALI YUKIO MISHIMA STAMPA ALTERNATIVA