Due parole con Alfredo Salaccione

L’occasione della Bonsai Competition (Oltre il Verde Cernusco s/n) ci consente, questo mese, di raccogliere l’opinione di un giovane istruttore IBS di Milano

Il bonsai, sin da piccolo, lo ha scelto. Lui ha fatto del bonsai una sua scelta di vita. Un amante delle montagne, delle sfide, ma sempre disponibile e attento verso chi comincia la propria bonsai-do. Non vi anticipo altro, e vi lascio in compagnia delle parole di Alfredo.

Ciao Alfredo, dal tuo sito leggo che la passione per i bonsai nasce a 13 anni, in uno storico negozio di Milano. Lì i tuoi genitori ti regalarono un libro e un piccolo acero. Poi varie esperienze, come autodidatta, fino al 1999, anno dell’incontro con Salvatore Liporace. Dopo un periodo di perfezionamento sotto la guida di Donato Danisi e Patrizia Cappellaro, tre anni intensi presso lo Studio Botanico, dove maturi una bella esperienza a fianco di Liporace, contribuendo attivamente alla cura, alla ristrutturazione e alla realizzazione di moltissimi bonsai. Dal 2005 intraprendi la tua carriera professionale, iniziando a collaborare con Oltre il Verde, centro bonsai di Cernusco sul Naviglio (MI) presso il quale tieni lezioni di tecnica per il bonsai club Amici del Verde.
Nel 2006 hai vinto il concorso per il talento Italiano, rappresentando l’Italia al congresso Eba ad Ostenda, ed hai realizzato il tuo sito web (www.bonsailab.it). Nel 2007 hai organizzato la prima edizione della Oltre il Verde Bonsai Competition.
In questi anni hai presentato e preparato diverse piante per mostre regionali, nazionali ed internazionali e sei stato inoltre invitato per dimostrazioni in Italia e in diversi paesi europei.

Beh.. innanzitutto un ringraziamento per la disponibilità che hai riservato a B&S M in questi due giorni che ti hanno visto molto impegnato per la Bonsai Competition. A nome della redazione i complimenti e gli auguri per la tua crescita professionale....a proposito, a Settembre 2009 sei stato nominato istruttore IBS! Cosa ha significato per te ?

Sin dai tempi dello Studio Botanico, quando ho cominciato a frequentare persone come Patrizia Cappellaro, Donato Danisi e lo stesso Salvatore Liporace, mi sono reso conto che, lavorare con degli istruttori, confrontarmi con loro, era uno passo praticamente obbligatorio per migliorare il mio percorso. In seguito a queste considerazioni la scelta di diventare istruttore è diventata praticamente un mio obiettivo. Ogni anno preparavo la documentazione, ma poi per un motivo o per l’altro non la consideravo mai sufficiente, sino a che ci sono riuscito. L’esame IBS è stato un esame in piena regola, non è stata una formalità. Ed è una cosa che mi è piaciuta molto, un valore positivo sia per il mio lavoro, sia per quello dell’IBS. Sono contento di essere entrato nell’IBS, di far parte di questo gruppo.

Il tema di questi due giorni è ovviamente la seconda edizione della “Oltre il Verde Bonsai competition”, manifestazione organizzata da te assieme ai responsabili di Oltre il Verde (ricordiamo che la BC è una manifestazione alla quale possono partecipare solo bonsai di amatori/collezionisti, ed è riservata a bonsaisti non professionisti). Ci puoi illustrare le differenze rispetto all’edizione della manifestazione 2007?

Innanzitutto abbiamo ridotto il numero delle piante e di conseguenza degli espositori. Nel 2007 abbiamo avuto 92 partecipanti, e questo aveva creato diversi problemi logistici e organizzativi, il più evidente di tutti la gestione degli spazi espositivi. Probabilmente, quando è nata questa idea della Bonsai Competition, siamo andati a stimolare molti amatori che non avevano mai partecipato ad una mostra, e quindi la risposta all’iniziativa è stata, da un certo punto di vista, superiore alle aspettative, costringendoci ad esporre le piante in spazi ristretti.

Quanti partecipanti avete previsto per questa edizione?

Proprio per evitare i piccoli disagi che si sono verificati nella prima edizione abbiamo deciso di ridurre il numero degli espositori a 65, un numero che corrisponde alla reale disponibilità della serra, appunto per poter dare uno spazio più degno ad ognuno degli espositori.

Questa scelta ha comportato anche una selezione dal punto di vista qualitativo?

L’idea della manifestazione è e rimane sempre quella di poter dare una possibilità a tutti di partecipare e poter esporre la propria pianta. Chiaramente, dato anche il forte miglioramento qualitativo delle piante lavorate dagli amatori, alcuni criteri di selezione sono stati applicati.

Ci sono differenze anche nelle attività di supporto alla mostra?

Sì, c’è stato un forte impegno da parte nostra per cercare di migliorare le attività a contorno della mostra, cercando di creare, con proposte culturali all’interno del vivaio, un percorso di stimolo o quantomeno di curiosità, verso il mondo del bonsai o più in generale della cultura orientale, anche per persone non addette ai lavori. Abbiamo quindi ospitato una mostra di francobolli dedicati al bonsai, una esposizione di shitakusa e kusamono curata da Gianpaolo Scoglio e una dimostrazione di qwan ki do. Oltre naturalmente alle lavorazioni di Sandro Segneri e Nicola Crivelli.

Come si è presentata la distribuzione geografica dei partecipanti? E’ molto legata all’area in cui operate tu e Oltre il Verde oppure l’interesse per questa manifestazione si è dimostrato più esteso?

Direi che l’interesse per la manifestazione è andato al di là delle nostre aree di influenza, si sono presentati espositori provenienti dal Piemonte, dal Veneto, dalla Liguria, dall’Emilia e dalla Svizzera.

E come valuti il livello medio delle piante presentate ? Quali a tuo parere le essenze preferite?

Posso dire che a distanza di due anni il livello medio delle piante presentate e della competenza degli amatori è sicuramente cresciuto, per quanto riguarda le essenze quest’anno c’è stata una netta prevalenza di ginepri, per la versatilità dell’essenza. Però, dato il periodo, non sono mancate le latifoglie. In termini percentuali direi un 60% per le conifere e un 40% per le latifoglie.

Come hai trovato lo spirito dei partecipanti?

Direi in linea con lo spirito della manifestazione. Lo definirei uno spirito olimpico. Qui le persone possono ritrovare il gusto di partecipare e di esporre, di mettersi in gioco senza un livello d’ansia eccessivo mantenendo comunque la consapevolezza di quello che vanno a fare.
Confermo però quanto detto prima, il livello medio delle piante presentate si è alzato, come si è alzato il livello della presentazione delle stesse. Per esempio nel 2007 arrivavano piante senza tavolino, quest’anno la cura dell’esposizione e dei particolari, come piante di compagnia e muschiatura è stata maggiore.

Avete dovuto respingere qualche iscrizione per non ottemperanza alle regole della manifestazione? Oppure tutta la fase preparatoria si è svolta regolarmente ?

No, tutto si è svolto regolarmente e non ci sono stati problemi.

Questa formula che avete ideato, ovvero il fatto di far partecipare solo bonsai di proprietà di amatori/collezionisti come è stata accolta dai partecipanti e dai colleghi?

I colleghi hanno accolto senza problemi l’iniziativa, non ci sono state assolutamente difficoltà. Per quanto riguarda i partecipanti, oltre all’entusiasmo, soprattutto nella prima edizione, ci sono state alcune polemiche. Ritengo quindi giusto chiarire un concetto di fondo legato al regolamento della manifestazione. Questa formula non vieta il fatto che la pianta possa essere lavorata con l’aiuto di un istruttore o di un club, perché questo sarebbe negare la realtà del bonsai in Italia. A parte l’impossibilità materiale di effettuare dei controlli di merito, lo spirito con il quale Sergio Della Torre (uno dei due fratelli responsabili della Oltre il Verde n.d.r.) ha voluto organizzare la manifestazione è pro zione è proprio il poter riconoscere, con i premi della BC, l’impegno di chi fa bonsai per passione, investendo tempo, spesso “rubato” alla famiglia, e soldi (piante, vasi, attrezzi ecc.).


La formula ha favorito una maggior partecipazione? A tuo parere i partecipanti si sono sentiti più tutelati rispetto ad altre manifestazioni dove la presenza mista, di istruttori ed amatori, forse consentiva una competizione meno equilibrata.

In parte sì, conosco amatori che negli anni si sono allontanati da alcune competizioni a causa di questo. Penso che sia molto importante dare maggiore spazio e risalto al bonsaisimo amatoriale. Poi va valutato anche il problema del periodo in cui si svolge la mostra, la sovrapposizione con altre iniziative e il fatto che le persone non possono essere dappertutto, quindi decidono dove è più opportuno andare, anche in base a criteri economici....visti i tempi. L’edizione precedente si era svolta in Novembre, e non c’erano altre mostre in quel periodo, difatti stiamo valutando, per la prossima edizione, di riproporre la BC a Novembre.

Vista in prospettiva futura, ritieni che il fatto di dividere in maniera chiara i ruoli (dell’amatore/collezionista e dell’istruttore/professionista) all’interno delle manifestazioni bonsaistiche possa migliorare il successo e la credibilità di queste manifestazioni?

Penso che sarà un passo necessario. Nel senso che ci sono amatori e collezionisti che lavorano benissimo. Il discorso è che un professionista, proprio perché tale, ha a disposizione piante e materiali di partenza in quantità e qualità superiori a quelle che un amatore può permettersi. Col tempo sarà quindi necessario arrivare a manifestazioni con categorie separate, come comunque avviene già in alcune competizioni.

Torniarmo a parlare di te. Ho visto che tra le tue passioni ci sono l’arrampicata e in generale la montagna. Riesci ancora a ritagliare del tempo per te stesso per coltivare queste passioni oppure il bonsai è sempre più presente nella tua vita?

Fortunatamente riesco ancora a ritagliarmi del tempo libero, anche se questo mestiere ci obbliga spesso a lavorare durante il Sabato e la Domenica. Tornando alla domanda, l’arrampicata l’ho un po’ abbandonata, ci vado poco, principalmente perché richiede un allenamento intenso e costante, mentre la montagna continua a piacermi molto, e ci vado spesso, per fare camminate.

Tra i tuoi lavori ho visto ottimi risultati da essenze considerate più umili rispetto ad altre. Se interpreto bene il tuo pensiero mi sembra un messaggio importante, lavorare con pazienza e umiltà cercando di cogliere il meglio da tutti i materiali disponibili. E’ corretto ?

Il mio pensiero è questo. Il bonsai, come tutte le passioni legate al collezionismo, può richiedere costi d’investimento molto elevati. La mia scelta, per non scoraggiare ad esempio le persone che iniziano, e si spaventano di fronte ai prezzi delle piante, è di spiegare loro che è possibile far bonsai di livello medio o comunque discreto, utilizzando materiali potenzialmente validi ma dal costo abbordabile. Certo, poi le persone devono sforzarsi da sole, imparare a cercare il materiale, riconoscerlo, saperlo valutare, allenare l’occhio. In pratica riapplico quello che capitava a me agli inizi, a tredici anni di soldi non ne giravano tanti e scarpinavo per vivai alla ricerca di materiale per fare esperienza. Più in generale, il bonsai si può fare a diversi livelli, e ognuno di questi livelli ha un proprio valore, una propria dignità, e ritorna determinate soddisfazioni a fronte delle proprie aspettative e capacità. Applico gli stessi concetti anche nel club, sino a quando non vedo che le persone hanno acquisito le competenze e le capacità tecniche necessarie sconsiglio loro l’acquisto di yamadori, dirottandoli su materiali più adeguati al loro livello di esperienza.

Hai accennato nella risposta precedente al club che segui per la formazione e la didattica (bonsai-club Amici del Verde www.bonsai-clubamicidelverde.it). Ti va di raccontarci qualcosa delle attività del club?

Mi occupo delle lezioni del BonsaiClub Amici del Verde ormai da diversi anni. E’ un club eterogeneo nel senso che l’età dei soci è molto variabile ed anche il livello di esperienza. Incito e stimolo tutti a lavorare e sperimentare il più possibile, perché secondo me nel bonsai la pratica e la condivisione delle esperienze sono due fattori molto molto importanti. Inoltre svolgiamo anche un lavoro più teorico, finalizzato alla progettazione e all’estetica, con l’obiettivo di sviluppare fantasia ed immaginazione. E’ un bel gruppo e mi diverto molto con loro!

Quali sono le tue essenze preferite?

Io mi trovo bene con i pini. In particolare con i mughi e i silvestri. Dei mughi mi piace la lavorazione del secco, che è quasi paragonabile a quella dei ginepri. E poi penso, soprattutto per i mughi, di aver compreso bene i loro meccanismi di funzionamento. Inoltre, il mugo è una pianta tipica da roccia, cresce nei posti più sofferti e solitari, creando spesso dei bonsai naturali. In queste scelte entrano in gioco anche altri fattori, come la passione per la montagna e per l’arrampicata, e quindi il fatto di poter osservare nel tempo queste essenze nei loro ambienti naturali, che mi ha permesso di sviluppare un’affinità e una sensibilità verso queste piante e di subirne l’irresistibile fascino.

Ti affezioni alle piante che lavori, riesci ancora ad emozionarti, nonostante il bonsai sia per te un lavoro?

...sì, mi affeziono tremendamente.

(Dino accenna un sorriso. In laboratorio ci sono due piante splendide, “Spirito dormiente” e ”Notte d’Estate”, si avvicina a loro, inizia a raccontare... intervistare concede qualche privilegio).

I tuoi progetti per l’anno prossimo?

Penso di ritornare a fare un viaggio in Giappone. L’ultima volta ci sono stato nel 2006. Sarà un viaggio di lavoro, per la Oltre il Verde, dove sicuramente macineremo centinaia di km. per visitare i giardini dei maestri, però sono esperienze, perché oltre alla parte commerciale puoi acquisire tantissime altre informazioni.

In un periodo di crisi, non solo economica ma anche di mancanza di valori, come quello che stiamo attraversando, scegliere di vivere solo con il bonsai sicuramente non è una scelta facile. Se tu potessi tornare indietro nel tempo rifaresti le stesse scelte, oppure ... ?

SI, rifarei le stesse scelte. Sin da ragazzino la vita stessa mi ha spinto verso il Bonsai, facendomi incontrare le persone giuste al momento opportuno, e permettendomi di far diventare un hobby una professione. L’unico rimpianto che ho è quello di non essermi iscritto subito a un club, ma aver perso alcuni anni da autodidatta. Mi sono serviti comunque, per la coltivazione e per altre cose, ma se mi fossi iscritto prima a un club avrei probabilmente guadagnato anni di tecnica. Secondo me l’associazionismo è importantissimo, a tutti livelli, perchè ti consente di andare avanti più velocemente, di confrontarti e di migliorarti.

Hai avuto modo di visionare il nostro magazine on-line? Cosa ne pensi? Credi che una rivista on-line gratuita possa essere utile nel mondo del bonsai ?

Mi piace, lo sfoglio sempre volentieri perché trovo sempre articoli diversi, anche di personaggi famosi. La trovo completa, perché spazia su moltissimi temi, dalla fitopatologia, all’estetica, dai giardini giapponesi alle lavorazioni e così via. E poi è innegabile la comodità di Internet, il magazine non occupa spazio in libreria e posso riprenderlo in qualsiasi momento. Sì, trovo che sia davvero utile e ben fatta.

Termina qui questa intervista con Alfredo Salaccione, grazie ancora per la tua disponibilità e per il tuo lavoro nel mondo del bonsai, prima di chiudere vuoi fare un saluto ai nostri lettori?

Saluto tutti i lettori del Magazine, e spero di vederli e conoscerli alla prossima edizione della Bonsai Competition, che si terrà nel 2011, o in occasione di altre mostre. Un mio personale suggerimento, cercate di partecipare a quante più mostre riuscite, guardate più che potete foto, cataloghi, arricchite il vostro bagaglio di immagini, vi aiuterà per prendere ispirazione durante il vostro lavoro.

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