Ciò che caratterizza il giardino Giapponese
Non esiste una definizione semplice di ciò che costituisce un giardino giapponese,
come non esiste un unico stile. Agli occhi occidentali, tre degli elementi più sorprendenti sono, le lanterne di pietra, la vasca per l’acqua o tsukubai e la ghiaia rastrellata con al loro interno rocce, ma questi componenti non sono sufficienti per fare un giardino in stile giapponese.
La composizione è importante in ogni giardino, ma ciò che distingue un giardino giapponese è il bel risultato ottenuto attraverso una miscela di piante sapientemente potate, sabbia, acqua e roccia. L'obiettivo non è semplicemente quello di ottenere un effetto estetico, ma trae la sua ispirazione dalle due religioni principali in Giappone: Shintoismo e Buddismo.
Ispirazione spirituale
Sin dall’antichità, i giapponesi hanno considerato i luoghi circondati da rocce come dimore degli dei, così pure come montagne, boschi e corsi d’acqua sono tradizionalmente considerati terra sacra. E’ in queste antiche credenze Shinto che l'origine creativa del giardinaggio giapponese si sviluppò.
Quando il buddismo per mezzo dei cinesi entrò in Giappone circa la metà del 6°secolo, portò nuove convenzioni intellettuali trovando la strada giusta nel design del giardino. Il primo di queste fu l'utilizzo dei giardini per rappresentare la visione buddista del paradiso. Poi, dopo il 14° secolo, la dottrina buddista zen dette luogo a uno dei concetti più importanti del giardinaggio giapponese, l'espressione simbolica di un universo intero in uno spazio limitato, in pratica un universo in miniatura. Vari dispositivi ingegnosi sono stati utilizzati per realizzare tali effetti, la ghiaia rastrellata a rappresentare un fiume o il mare, pietre con forme idonee a rappresentare isole o montagne e a volte animali e alberi in miniatura per rappresentare un'intera foresta.
I giardini nipponici acquistarono una delicatezza quasi pittorica nelle loro composizioni che dura ancora oggi, divenendo materia di osservazione e studio,innescando un concetto molto diverso dal giardinaggio occidentale, il quale cerca spesso di deliziare con una profusione di forme astratte e colori sgargianti.
Quando la pace ritornò in Giappone nel tardo 16°secolo dopo molti anni di lotte interne, samurai e shogun famosi svilupparono il loro amore per l’arte attraverso la progettazione di giardini, costruendoli con rocce avente forme sorprendenti e utilizzando piante dalle sagome ricercate. Tali idee in seguito vennero ostentate dal grande maestro della cerimonia del tè, Sen no Rikyu, che ne cercò l'ispirazione per il suo giardino del tè (roji Niwa). Questo era simboleggiata attraverso elementi come pietre miliari, lanterne e vasche rigorosamente in pietra e alberi dalle fattezze sorprendenti.
Anche se ancora oggi,il design più sobrio sembra essere considerato da molti come il "vero spirito" dei giardini giapponesi, recenti esempi di stile più esuberante sono facili da trovare oggi in Giappone, in particolare nella cintura di insediamenti moderni attorno alle grandi città.
Shakkei
Utilizzo del panorama circostante come sfondo naturale. In seguito si diede vita a quella che oggi è considerato come uno degli elementi più importanti di un giardino giapponese :il shakkei o paesaggio preso a prestito.
Il concetto di natura, riprodotta in miniatura è stata interpretata nel corso dei secoli e inserita dai niwashi (maestri giardinieri) come concetto base nei progetti dei giardini nipponici, ed è per noi oramai naturale che la stessa natura debba essere usata dove è possibile,oppure usata inserendo nel progetto lontane colline, o paesaggi sullo sfondo e altre caratteristiche topografiche che vengono "prese a prestito" e integrati nella prospettiva del giardino. In questo modo il giardino e il panorama circostante sembrano diventare tutt'uno, grazie alla combinazione delle due cose abilmente progettate dal maestro giardiniere.