Se una mattina d'inverno un viaggiatore

Se una mattina d´inverno un viaggiatore.....

E´entrato nella stanza con solo l´ accappatoio ridendo nel suo modo caratteristico con due colpi finali di tosse e indicandomi ha detto: L. ha tolto il tappo della vasca! 

I presenti hanno riso assieme a lui. Ho subito pensato che per essere a casa del Maestro da solo un ora avevo già collezionato la figura da Gaiji (Straniero un po´ignorante), per fortuna il mio Maestro, la moglie, le figlie e gli allievi erano una famiglia non tipicamente Giapponese. Dopo le risate una gentile pacca sul braccio e tutto era finito, l´allievo piu´anziano Ak. Mi accompagna nella cameretta dove abiterò per i prossimi quattro mesi.
La stanza non e´male al primo piano con scala esterna e lungo corridoio ingombro di scarpe degli altri due allievi ne hanno la media di cinque paia diverse tra loro per le varie occasioni, il pavimento e´di linoleum ma si tolgono le scarpe. L´arredamento e´costituito da un capiente frigorifero degli scaffali ed un armadio il pavimento e´libero ed in un angolo ci sono 8 futon arrotolati, per fortuna e´presente un condizionatore caldo-freddo.
Trasportate le valigie tiro fuori l´ indispensabile e mi faccio il letto utilizzando i futon arrotolati, di solito se ne usano due come materasso ma non e´la prima volta che vengo in Giappone e 4 per me vanno bene.
Mi distendo e credo di addormentarmi subito invece vuoi per l´eccitazione vuoi per il fuso orario gli occhi rimangono aperti. Che cosa mi ha portato qui? E soprattutto perchè?
Adesso sono in una cameretta nel piccolo edificio prefabbricato di due piani a lato di uno dei piu´belli e conosciuti giardini bonsai in uno dei tranquilli comuni satellite di Tokio che si vede scintillante al di la del fiume Edo.
All´inizio in Italia ho accettato l´invito del Maestro, l´ho fatto senza dubbi pensavo fosse la stazione principale del lungo cammino che avevo iniziato anni fa.
Avevo conosciuto il Maestro anni prima quando durante un mio viaggio per la Kokufu-ten la ditta di bonsai dove lavoro mi aveva fatto una lettera di invito in giapponese per un maestro per organizzare una manifestazione in Italia.
Naturalmente avevo molte copie della lettera e la consegnavo con gentilezza e poche parole del mio giapponese a tutti i maestri conosciuti personalmente o visti su libri, tutti ringraziavano con sorrisi e inchini.
Il Maestro era indaffarato al suo stand di vendita e io non ero molto sicuro che fosse la persona che cercavo, la foto a mia disposizione non era gran che e poi pensavo fosse piu´alto, mi avvicino e quasi sussurro il suo nome lui si gira e punta due pupille da finto gatto addormentato su di me, nel seguente attimo tutta la sua persona mi sorride e io gli metto la lettera in mano .
Legge con attenzione e all´improvviso mi stringe il polso e scusandosi mi trascina per tutto l´edificio di vendita, mentre camminiamo guardo attorno smarrito: Non e´possibile che un giapponese, per di più Maestro, trascini toccandolo uno straniero appena conosciuto, non mi lascia il polso nemmeno in ascensore e sento addosso a me gli sguardi delle altre persone che pensano: Guarda questo povero Gaiji smarrito che viene accompagnato come uno scolaretto.
Il suo obbiettivo era la gentile signora D. segretaria della Associazione Bonsai Nazionale che parla un buon inglese.
Con l´aiuto di D. il Maestro mi chiede maggiori informazioni sulla Ditta dove lavoro e sulla manifestazione, finito l´interrogatorio mi invita per quella sera a cena a casa sua. Credendo che il suo giardino fosse chilometri fuori Tokio declino l´invito, lui mi dice che vive a 20 minuti d´auto dalla Kokufu, gli faccio presente che sono assieme ad altri 6 appassionati bonsaisti e lui invita anche loro, dico che la sera e´difficile orientarsi a Tokio e lui dice che mi aspettera´con un pulmino all´uscita della zona di vendita. Fregato!
Accetto l´invito pensando a come riusciro´a convincere gli altri che hanno gia´dei programmi per la serata.
Infatti i miei compagni la cosa piu´gentile che mi dicono e´che non hanno mai sentito parlare del Maestro e che probabilmente non si presentera´all´'appuntamento, gli faccio notare che nonostante la giovane eta´ ha vinto primi premi con le azalee e anche la mostra dei professionisti. Riesco a convincerli anche perche´io ho organizzato il viaggio e sono l´unico che ha un po´di esperienza del Giappone, temono l´avventurarsi da soli oltre la soglia dell´albergo.
Al termine di un pomeriggio nel quartiere dell´elettronica ci presentiamo , in ritardo, davanti alla vendita, tutto e´chiuso e buio ma un pulmino e´parcheggiato e il maestro scende salutando e ci invita a salire. Qualcuno dei presenti dice che come maestro deve essere di medio livello se non ha neanche un allievo per mandarci a prendere.
Il giardino si trova in un quartiere di case a due piani con qualche piccolo orto e solo degli edifici moderni a piu´piani lungo la via principale, il giardino S.-en e´all´interno lontano da rumori e traffico.
Varcato il cancello il Maestro accende tutte le luci e ci troviamo davanti ad una grande nuova casa dall´aspetto tradizionale, il giardino e´spazioso ed i bonsai sono ben distanziati scopriamo subito ben 7 tokonoma grandi allestiti per noi e decine di bonsai che hanno vinto premi nelle passate edizioni della Kokufu , tanti vasi antichi e un piccolo giardino tradizionale con annessa stanza da Te´.
Solo l´annuncio della cena ci riporta alla realtà ed a tavola veniamo serviti da tre allievi. Al termine felici e appagati ci riportano in albergo, con il cruccio che per motivi di tempo non potremmo rivedere il giardino di giorno. Tornati in Italia la ditta riceve numerose risposte ed il principale mi chiede chi inviterei, rispondo che molti dei Maestri sono già conosciuti i Europa ed in Italia ma il Maestro K. non e´mai uscito dal Giappone e´bravo e comunicativo ed ha vinto numerosi premi.
Decidiamo di organizzare la manifestazione con lui.
Dopo quella manifestazione il Maestro è venuto altre volte in Italia e in giro per il mondo ed è diventato famoso anche all´estero, per questo dice che ha nei miei confronti un debito di riconoscenza perché ho creduto in lui. In questi termini pare ad un occidentale una semplice gentilezza ma io come altri occidentali non avevo tenuto conto che il popolo giapponese sotto la giacca e cravatta nasconde l´armatura e gli atti dei samurai, questo vale sempre meno per i piu´giovani ma in certi ambienti tradizionali come il bonsai e´fondamentale.
Il mio Maestro aveva un debito (GIRI) verso di me e se ne prendeva carico (ON) , spesso questi obblighi morali sono inestinguibili.
L´invito ad andare a studiare nel suo giardino e´stata la prima conseguenza dell´ON, dopo circa dieci anni dall´invito ho deciso a 40 anni di partire.

Se una mattina d´inverno un viaggiatore carica sull´aereo le valigie piene di vestiti e desideri.....
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