Patologia Vegetale III parte
Abbiamo trattato in precedenza di due gruppi di insetti molto “popolari” tra i nostri bonsai: le cocciniglie e gli afidi.
Vediamo ora un altro gruppo di insetti che colonizza i nostri bonsai quando questi non vengono opportunamente controllati con un programma di lotta preventivo. Questi insetti denominat Tingidi, insieme agli afidi e alle cocciniglie appartengono all’ordine dei Rincoti.
I tingidi sono strettamente legati a specie botaniche del centro Italia e centro Sud, con inverni miti e lunghe primavere. Le specie botaniche coltivate a bonsai su cui sono stati maggiormente osservati, sono principalmente Peri, Mandorli, Salici, Melograni, Aceri e Pioppi.
Gli insetti, nella loro forma adulta sono alati, quindi hanno facile accesso ad altri esemplari bonsai, per i processi di colonizzazione in seguito a deposizione delle uova.
Sono altresì facilmente osservabili, data la loro dimensione che si aggira intorno ai 5 mm ca, con colorazioni sul marrone chiaro/scuro e giallastro.
Come i loro parenti, svernano negli anfratti della corteccia, o sul terreno tra le radici affioranti e in primavera salgono sulle foglie dove dalla pagina inferiore depongono le uova nel mesofillo fogliare, ricoprendole di escrementi scuri. Le punture, eseguite numerose, provocano ingiallimenti fogliari con conseguenti riduzioni dell’efficienza fotosintetica, che comporta un indebolimento generale della pianta in seguito a defogliazione.
Collocati sulle pagine inferiori, sfuggono facilmente al controllo degli eventuali trattamenti che eseguiamo in fase preventiva o curativa, per cui la nebulizzazione all’interno della chioma e sulle pagine fogliari inferiori, scongiurerà il protrarsi dell’attacco.
Altro aspetto importantissimo è la tempistica di schiusa delle uova, che non avviene in un solo momento, ma in tempi successivi, per cui un solo trattamento è di scarsa efficacia, mentre adottando un programma con circa tre interventi fitosanitari a distanza di circa 10gg l’uno dall’altro, elimina efficacemente il problema. Nei diversi metodi di lotta presenti, consiglio quello preventivo, in cui l’adozione di trattamenti fitosanitari a bassa dose con l’alternanza di insetticidi sistemici e di copertura, durante tutto il periodo primaverile, scongiura l’attacco di qualsiasi patogeno di origine entomofila.
In generale, nella formulazione dei programmi di lotta inerenti una collezione bonsai, dovremo sempre tener presente il grado di evoluzione dei nostri esemplari, lo stato fitosanitario al momento della programmazione degli interventi e soprattutto la condizione agronomica inerente i diversi esemplari.
Può sembrare eccessivamente dettagliato, ma un programma che vede l’alternanza di più prodotti, applicati con costanza e corretti mezzi evita problemi che in molti casi diventano non più gestibili a livello amatoriale.
Gli insetti, nella loro forma adulta sono alati, quindi hanno facile accesso ad altri esemplari bonsai, per i processi di colonizzazione in seguito a deposizione delle uova.
Sono altresì facilmente osservabili, data la loro dimensione che si aggira intorno ai 5 mm ca, con colorazioni sul marrone chiaro/scuro e giallastro.
Come i loro parenti, svernano negli anfratti della corteccia, o sul terreno tra le radici affioranti e in primavera salgono sulle foglie dove dalla pagina inferiore depongono le uova nel mesofillo fogliare, ricoprendole di escrementi scuri. Le punture, eseguite numerose, provocano ingiallimenti fogliari con conseguenti riduzioni dell’efficienza fotosintetica, che comporta un indebolimento generale della pianta in seguito a defogliazione.
Collocati sulle pagine inferiori, sfuggono facilmente al controllo degli eventuali trattamenti che eseguiamo in fase preventiva o curativa, per cui la nebulizzazione all’interno della chioma e sulle pagine fogliari inferiori, scongiurerà il protrarsi dell’attacco.
Altro aspetto importantissimo è la tempistica di schiusa delle uova, che non avviene in un solo momento, ma in tempi successivi, per cui un solo trattamento è di scarsa efficacia, mentre adottando un programma con circa tre interventi fitosanitari a distanza di circa 10gg l’uno dall’altro, elimina efficacemente il problema. Nei diversi metodi di lotta presenti, consiglio quello preventivo, in cui l’adozione di trattamenti fitosanitari a bassa dose con l’alternanza di insetticidi sistemici e di copertura, durante tutto il periodo primaverile, scongiura l’attacco di qualsiasi patogeno di origine entomofila.
In generale, nella formulazione dei programmi di lotta inerenti una collezione bonsai, dovremo sempre tener presente il grado di evoluzione dei nostri esemplari, lo stato fitosanitario al momento della programmazione degli interventi e soprattutto la condizione agronomica inerente i diversi esemplari.
Può sembrare eccessivamente dettagliato, ma un programma che vede l’alternanza di più prodotti, applicati con costanza e corretti mezzi evita problemi che in molti casi diventano non più gestibili a livello amatoriale.