Patologia Vegetale II parte

Proseguendo il discorso sugli insetti dannosi ed in particolare su quelli considerati “vettori” come gli afidi, vediamo in questa parte la cocciniglia.

Presente in natura in diverse forme, possono manifestarsi sui nostri alberi le diverse specie presenti: mezzo grano di pepe, cotonosa e normale a dorso bianco.

Questi insetti, sono caratterizzati da una immobilità tale da renderli facilmente individuabili e riconoscibili, la suzione della linfa elaborata, avviene sempre nel medesimo luogo su cui è arrivato l’esemplare o l’intera popolazione e lì compiono la loro azione trofica, indebolendo e disidratando l’intero esemplare vegetale.

Anche questa tipologia d’insetto, durante le fasi di alimentazione potrebbe trasmettere i temutissimi virus. Le cocciniglie, sono insetti che colpiscono la maggior parte delle specie coltivate a bonsai, in particolare le conifere, oltre che tutta una serie di specie a foglia caduca e sempreverde nel particolare periodo primaverile.

Quest’ultima stagione, infatti, presenta le migliori condizioni agroclimatiche dell’intero anno solare, in cui, la maggior disponibilità di cibo risveglia e mobilita tutti gli insetti... dannosi e non.

La loro collocazione in fase trofica, è appunto su tutti i tessuti teneri, peduncoli fogliari ed anche sui frutti e calici fruttiferi, tutti luoghi dove il nutrimento si concentra abbondantemente e dove sovente la chioma protegge con le foglie dalla luce, vento e da eventuali predatori.
Difficilmente ad un occhio poco esperto, gli individui sono rintracciabili all’interno della chioma, se non fosse per una traccia biologica, che le caratterizza; la melata. Questa sostanza, che caratterizza anche gli afidi, è un prodotto zuccherino molto denso e appiccicoso, espulso in eccesso dall’addome dell’insetto in seguito ad intensa azione trofica.

Questo gocciolando sui tronchi e bancali, è un segno inequivocabile della loro presenza, oltre che di scarsa attenzione e cura da parte del bonsaista.
Le uova di cocciniglia, svernano in ambienti protetti come anfratti della corteccia, interno di biforcazioni rameali e ferite non del tutto cicatrizzate.

La lotta, è, come al solito, ambivalente: curativa o preventiva. La prevenzione, come anche la lotta curativa è effettuata tramite l’utilizzo di principi attivi insetticidi sistemici, capaci di rendere inappetibile la linfa elaborata, l’utilizzo degli olii minerali è ormai pratica obsoleta, data la fitotossicità sviluppata dagli ospiti vegetali.

Sicuramente la lotta a calendario evita l’arrivo di ospiti indesiderati tutto l’anno.
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