il Larice
Il Larice appartiene alla famiglia delle Pinaceae e il genere comprende 12 specie. E‘ un albero a foglia caduca alto fino a 40 metri con foglie aghiformi verde tenue; gli aghi, piatti, stretti e teneri, possono essere singoli o in mazzetti di 20 o 30.
E’ monoico, fiorisce tra aprile e giugno, e la sua corteccia è rosso bruno. Tipico delle regioni montane a clima rigido dell’emisfero boreale, lo si trova in Europa centrale e settentrionale, in nord America e in Asia.
In Italia
In Italia abbiamo il Larix decidua, che cresce sulle Alpi e sugli Appennini ad un’altitudine compresa tra i 1.000 e i 2.500 metri (sulle Alpi orientali si trova a quote mediamente più basse). E’ una specie colonizzatrice che forma spesso boschi puri, ma radi perché gradisce la luce. Si tratta di una pianta piuttosto longeva con un grande sviluppo in altezza. Molto apprezzato per il suo fogliame di colore verde chiaro, per i fiori pistilliferi comunemente di un rosso purpureo e , in autunno, per le affascinanti tinte giallo oro che colorano gli aghi prima della loro caduta. Essendo una conifera a foglia caduca, alla caduta degli aghi, manifesta tutto il suo fascino mettendo in luce il suo tronco rugoso, squamato, dall’aspetto vetusto, con ramificazioni fini e internodi corti. E’ possibile formarlo in qualsiasi stile ad eccezione dello stile a scopa rovesciata.
Bosco puro di Larici alla fine dell'inverno - Alta Valtellina (SO)
PROPAGAZIONE
Seme, piantine da vivaio, raccolta.
ESPOSIZIONE
Cresce bene in zone fresche, secche e ventilate. Ama la luce del sole, ma è meglio proteggerlo dal forte sole estivo: gli aghi bruciati dal sole sono uno degli inconveniente principali di coltivazione. Con questi presupposti si riuscirà ad ottenere una chioma compatta e formata da aghi corti; se invece lo si coltiva in zone calde e umide sarà facile ritrovarsi aghi lunghi e deboli. Pur essendo originario di zone fredde e con ottima resistenza al gelo, durante l’inverno è meglio proteggere l’apparato radicale dalle gelate con i soliti stratagemmi (coprendo il vaso con foglie, segatura, sfagno o se possibile interrandolo un po’).
Seme, piantine da vivaio, raccolta.
ESPOSIZIONE
Cresce bene in zone fresche, secche e ventilate. Ama la luce del sole, ma è meglio proteggerlo dal forte sole estivo: gli aghi bruciati dal sole sono uno degli inconveniente principali di coltivazione. Con questi presupposti si riuscirà ad ottenere una chioma compatta e formata da aghi corti; se invece lo si coltiva in zone calde e umide sarà facile ritrovarsi aghi lunghi e deboli. Pur essendo originario di zone fredde e con ottima resistenza al gelo, durante l’inverno è meglio proteggere l’apparato radicale dalle gelate con i soliti stratagemmi (coprendo il vaso con foglie, segatura, sfagno o se possibile interrandolo un po’).
Particolare dei fiori
ANNAFFIATURA
Abbondante in primavera ed estate, in inverno si dovrà ridurre facendo attenzione a non lasciar asciugare del tutto il terriccio. Nebulizzare la chioma, evitando l’acqua calcarea, più per pulire le foglie che per inumidire. Non ama i ristagni d’acqua; è quindi necessario un buon drenaggio così da evitare marciume radicale.
RINVASO
Ogni 4-5 anni sugli esemplari maturi, ogni 2-3 anni su quelli più giovani. Il periodo ideale è l’inizio della primavera non appena le gemme iniziano a gonfiarsi, o in tarda estate, effettuando una potatura delle radici grosse riducendole al massimo di un terzo. Ha un apparato radicale con capillari molto fragili: usare molta cautela. Terra composta da: 60 % akadama, 30% sabbia/ghiaia, 10% TU. Gradisce ottimo drenaggio e presenza di pietrisco e ghiaia. E’ preferibile sostituire frequentemente parti di suolo con terriccio fresco piuttosto che adottare forti concimazioni. Per favorire l'attecchimento eliminare i rami non desiderati durante il primo rinvaso e ridurre contemporaneamente l'apparato radicale, ma mai troppo!
POTATURA
Le potature di mantenimento e di formazione vanno effettuate in inverno, quando i rami sono spogli, lasciando sempre almeno due-tre gemme che getteranno molto bene. Come ogni conifera, soprattutto in vecchi esemplari, ha difficoltà ad emettere nuove ramificazioni; meglio potare con attenzione per evitare di non avere più rami in alcune zone fondamentali per il disegno della pianta. Sempre in inverno è possibile lavorare la legna secca, che costituisce per questa essenza una caratteristica propria della specie, donandole un particolare fascino. In autunno eseguire la mondatura degli aghi ingialliti usando un pennello morbido o altro simile.
PINZATURA
Eseguire la pinzatura dei nuovi germogli costantemente durante tutta la stagione vegetativa, mantenendo 1-2 gemme nuove, meglio se utilizzando solo le dita. Mentre si effettua la cimatura è consigliabile eliminare anche eventuali getti avventizi che potrebbero formarsi sul tronco. In presenza di fitta ramificazione approfittarne e sostituire gli apici per mantenere conicità.
AVVOLGIMENTO
Il legno del larice è particolarmente flessibile e tende a ritornare nella posizione precedente alla flessione quando il filo viene rimosso. La legatura va ripetuta quindi ogni anno e deve seguire tutta la vita del bonsai. La corteccia è piuttosto delicata; è meglio quindi, per evitare di danneggiarla, rivestire il filo con carta o proteggere la tenera corteccia con fasciature e avvolgere facendo attenzione a non bloccare il passaggio della linfa.Solitamente si avvolge dalla primavera all’autunno come le caducifoglie, ma alcuni preferiscono farlo in inverno quando è spoglio per evitare di pizzicare gli aghi tra il filo ed il ramo, cosa assolutamente da evitare. Non avvolgere se il trapianto è avvenuto da poco.
FERTILIZZANTI
Ogni quindici giorni dalla primavera all'autunno, evitando i mesi più caldi (luglio–agosto). Si può fertilizzare anche con prodotto fogliare, il che permette una concimazione di emergenza.
PARASSATI E MALATTIE
coleophora laricealla ( lepidottero che attacca gli aghi ), ragno rosso, pidocchio lanoso, afidi lanigeri, afidi galligeni, scolitidi,larve rosse,tortrici, cherme dell’abete, processionaria del pino. Cancro del Larice ( non si conoscono trattamenti idonei ), ruggine, attacchi fungini radicali, disseccamento dei germogli.
Abbondante in primavera ed estate, in inverno si dovrà ridurre facendo attenzione a non lasciar asciugare del tutto il terriccio. Nebulizzare la chioma, evitando l’acqua calcarea, più per pulire le foglie che per inumidire. Non ama i ristagni d’acqua; è quindi necessario un buon drenaggio così da evitare marciume radicale.
RINVASO
Ogni 4-5 anni sugli esemplari maturi, ogni 2-3 anni su quelli più giovani. Il periodo ideale è l’inizio della primavera non appena le gemme iniziano a gonfiarsi, o in tarda estate, effettuando una potatura delle radici grosse riducendole al massimo di un terzo. Ha un apparato radicale con capillari molto fragili: usare molta cautela. Terra composta da: 60 % akadama, 30% sabbia/ghiaia, 10% TU. Gradisce ottimo drenaggio e presenza di pietrisco e ghiaia. E’ preferibile sostituire frequentemente parti di suolo con terriccio fresco piuttosto che adottare forti concimazioni. Per favorire l'attecchimento eliminare i rami non desiderati durante il primo rinvaso e ridurre contemporaneamente l'apparato radicale, ma mai troppo!
POTATURA
Le potature di mantenimento e di formazione vanno effettuate in inverno, quando i rami sono spogli, lasciando sempre almeno due-tre gemme che getteranno molto bene. Come ogni conifera, soprattutto in vecchi esemplari, ha difficoltà ad emettere nuove ramificazioni; meglio potare con attenzione per evitare di non avere più rami in alcune zone fondamentali per il disegno della pianta. Sempre in inverno è possibile lavorare la legna secca, che costituisce per questa essenza una caratteristica propria della specie, donandole un particolare fascino. In autunno eseguire la mondatura degli aghi ingialliti usando un pennello morbido o altro simile.
PINZATURA
Eseguire la pinzatura dei nuovi germogli costantemente durante tutta la stagione vegetativa, mantenendo 1-2 gemme nuove, meglio se utilizzando solo le dita. Mentre si effettua la cimatura è consigliabile eliminare anche eventuali getti avventizi che potrebbero formarsi sul tronco. In presenza di fitta ramificazione approfittarne e sostituire gli apici per mantenere conicità.
AVVOLGIMENTO
Il legno del larice è particolarmente flessibile e tende a ritornare nella posizione precedente alla flessione quando il filo viene rimosso. La legatura va ripetuta quindi ogni anno e deve seguire tutta la vita del bonsai. La corteccia è piuttosto delicata; è meglio quindi, per evitare di danneggiarla, rivestire il filo con carta o proteggere la tenera corteccia con fasciature e avvolgere facendo attenzione a non bloccare il passaggio della linfa.Solitamente si avvolge dalla primavera all’autunno come le caducifoglie, ma alcuni preferiscono farlo in inverno quando è spoglio per evitare di pizzicare gli aghi tra il filo ed il ramo, cosa assolutamente da evitare. Non avvolgere se il trapianto è avvenuto da poco.
FERTILIZZANTI
Ogni quindici giorni dalla primavera all'autunno, evitando i mesi più caldi (luglio–agosto). Si può fertilizzare anche con prodotto fogliare, il che permette una concimazione di emergenza.
PARASSATI E MALATTIE
coleophora laricealla ( lepidottero che attacca gli aghi ), ragno rosso, pidocchio lanoso, afidi lanigeri, afidi galligeni, scolitidi,larve rosse,tortrici, cherme dell’abete, processionaria del pino. Cancro del Larice ( non si conoscono trattamenti idonei ), ruggine, attacchi fungini radicali, disseccamento dei germogli.